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BOMBER PER CASO...

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Quando è arrivato a Milanello, il 31 agosto del 2011, proprio durante le ultime ore del mercato, alcuni addetti ai lavori hanno storto il naso, altri si sono chiesti l'utilità del suo acquisto, nonostante il prezzo decisamente basso (500.000 euro). Oggi, dopo l'ennesima buona prestazione contro il Lecce, condita anche da un gol, nessun tifoso rossonero dubita più delle qualità di Antonio Nocerino, e anzi più di uno si interroga sul perché questo ragazzo di quasi 27 anni abbia dovuto attendere così tanto prima di raggiungere la notorietà che merita. Napoletano doc, Nocerino cresce calcisticamente come centrocampista nelle giovanili della rivale storica dei partenopei, la Juventus, prima di tornare in Campania nel 2003, quando a 19 anni esordisce in serie B con la maglia dell'Avellino; sotto la guida dell'esperto Zeman, sempre molto attento ai giovani, disputa un buon campionato, giocando da titolare e con continuità, tanto da meritarsi l'attenzione del Genoa per la stagione successiva. I Grifoni, però, hanno allestito una squadra importante e d'esperienza per risalire in serie A, e Antonio trova decisamente poco spazio, così decide di cambiare aria per giocarsi le sue chances; in un anno e mezzo va prima a Catanzaro (fino a giugno 2005), poi al Crotone (da giugno 2005 a gennaio 2006), e infine al Messina (da gennaio 2006 al termine della stagione), squadra con cui esordisce anche in serie A. Una prima svolta importante nella sua carriera arriva l'anno seguente, quando decide di tornare in serie B e si accasa al Piacenza; qui ritrova finalmente la continuità che cercava e dimostra anche di avere buone doti realizzative, visto che va a segno per ben 6 volte in stagione, rispondendo in parte alle critiche di chi lo riteneva solo un mediano dai piedi poco "nobili". Così, nell'estate 2007, Nocerino ha finalmente l'occasione di fare il grande salto quando riceve la chiamata della Juventus, la squadra in cui è cresciuto, che intende puntare su di lui e su altri giovani per riprendersi definitivamente dallo scandalo di Calciopoli e tornare ad alti livelli. Antonio inizia la stagione da titolare nei bianconeri di Ranieri, ha anche l'onore di esordire in Nazionale contro il Sudafrica nello stesso anno, ma purtroppo non convince del tutto la società, e l'arrivo di Sissoko a gennaio lo relega spesso in panchina. Nonostante una stagione comunque positiva, conclusa con la partecipazione alle Olimpiadi di Pechino, in cui veste anche la fascia di capitano dell'Under 21 azzurra, lo spazio per lui a Torino sembra non esserci più, e infatti nell'estate successiva la società lo usa come pedina di scambio, cedendolo al Palermo nell'ambito dell'affare Amauri. Nella prima stagione con la maglia dei rosanero, Nocerino ritrova la continuità di rendimento ed è uno dei giocatori fondamentali della squadra, anche se i suoi compiti a centrocampo sono spesso di rottura e interdizione, così ha poca possibilità di mettere in mostra tutte le sue qualità; l'anno successivo però, dopo qualche iniziale difficoltà sotto la gestione di Zenga, l'arrivo di Delio Rossi sulla panchina del Palermo costituisce un nuovo, decisivo salto di qualità per Nocerino e per il suo rendimento in campo. Con compiti più offensivi e di accompagnamento alla manovra di attacco, Antonio segna i primi gol in serie A, dimostra di essere un centrocampista molto completo, e in breve diventa uno dei perni del gioco della squadra siciliana, confermandosi anche nell'annata successiva, il 2010-11; in quest'ultima stagione è titolare inamovibile e onnipresente dei rosanero, esordisce nelle coppe europee disputando l'Europa League e arriva anche a giocarsi la finale di Coppa Italia, persa contro l'Inter di Leonardo, oltre a tornare in Nazionale dopo oltre tre anni dalla prima convocazione. E' l'anno migliore per Nocerino, ma durante l'estate nessuna grande squadra di serie A sembra essere interessata al suo acquisto, e il centrocampista napoletano sembra destinato a rimanere ancora a Palermo. A sorpresa, proprio nelle ultimissime ore di mercato, il Milan di Allegri ne perfeziona l'acquisto, anche se molti non danno grande considerazione alla notizia, perché ritengono Aquilani un colpo decisamente più importante per i rossoneri; alcuni si interrogano sull'utilità del giocatore, visto che il centrocampo rossonero ha già molti atleti di livello mondiale, e Nocerino sembra destinato a diventare una riserva di lusso. Allegri invece dimostra da subito di credere molto in lui, lo impiega con continuità nel ruolo di interno sinistro, e Antonio ripaga subito la fiducia del tecnico e dell'ambiente con prestazioni sempre più convincenti, e soprattutto con una continuità incredibile in zona realizzativa: con la rete realizzata ieri contro il Lecce, infatti, il centrocampista napoletano è arrivato a ben 9 centri in campionato, e senza tirare rigori o punizioni, il che aumenta ancora di più i suoi meriti; tra le varie reti, spiccano la tripletta realizzata al Parma e il gol dell'ex nella sfida-scudetto contro la Juve a San Siro, in quella che è stata la partita più calda dell'anno. In poco più di mezza stagione, ha già dimostrato ai tanti scettici che le sue doti migliori non sono soltanto la corsa e la grinta, e che la sua presenza in una grande squadra è tutt'altro che immeritata. Con i suoi gol, inoltre, è il secondo miglior marcatore del Milan in campionato, dietro a Ibrahimovic, con i tanti attaccanti in rosa (Pato, Robinho, Cassano, El Shaarawy) che, messi insieme, hanno segnato come lui; una bella soddisfazione per chi, a inizio anno, era considerato solo un vice Gattuso e poco più. Che sia l'anno d'oro dei centrocampisti, considerando che anche la Juve seconda in classifica ha trovato in Claudio Marchisio un bomber insospettabile? Può darsi, resta il fatto che nel calcio di oggi la corsa, gli inserimenti e la grinta sono una componente fondamentale, e giocatori dotati di queste caratteristiche sono sempre più importanti in una squadra, sia essa una piccola o una grande. E così, a suon di reti e ottime prestazione, Nocerino, Marchisio e i loro colleghi stanno smentendo sempre di più chi ha scarsa considerazione del centrocampista tuttofare, che corre e lotta per tutti; parafrasando una nota canzone del passato, si potrebbe davvero dire che, nel loro caso, "oltre le gambe c'è di più"...
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