E' passato poco più di un anno e mezzo da quel 22 maggio 2010 che aveva consacrato una delle Inter più grandi di sempre, quella di Mourinho, del triplete (Coppa Italia, Scudetto e Champions League), eppure sembra di parlare già di preistoria se si confronta quella squadra con quella attuale, staccata di 13 punti dalla vetta e irriconoscibile per il gioco e per l'atteggiamento in campo. Sembra davvero che il grande ciclo iniziato all'indomani di calciopoli nel 2006 stia arrivando alla sua conclusione, e che il gruppo che ha portato il presidente Moratti sul tetto d'Europa abbia bisogno di un profondo rinnovamento prima di tornare grande.
Che le cose non stessero prendendo una buona piega si era capito già da tempo, fin dall'addio dell'amatissimo Mou, rimasto a Madrid dopo la finale di Champions per allenare il Real: la sua partenza ha tolto moltissimo ai nerazzurri, più della perdita di fuoriclasse come Balotelli o Eto'o, venduti a un anno di distanza per far quadrare i conti della squadra in vista del temuto Fair Play Finanziario voluto dal presidente dell'UEFA Platini. Priva della sua grande guida, l'Inter aveva bisogno di un nuovo progetto, di nuovi stimoli (cosa non semplice per chi aveva praticamente vinto tutto negli ultimi anni), e forse di qualche nuovo giocatore per dare solidità e rinnovata energia alla rosa. Ma questo nuovo progetto non si è mai visto davvero, la società ha dimostrato estrema incertezza sulla strada da percorrere, e lo dimostrano i quattro allenatori ingaggiati in meno di due stagioni, ognuno con un'idea di gioco e un modulo tattico differente. Le due prime scelte del presidente Moratti, Benitez e Gasperini, hanno dimostrato col tempo di essere in realtà dei ripieghi, poco sostenuti dall'ambiente, con campagne acquisti non adeguate e la sensazione che la squadra stessa avesse poca fiducia nei nuovi tecnici; i continui problemi fisici, dovuti anche al progressivo invecchiamento di molti fuoriclasse della vecchia guardia, hanno contribuito a rendere difficoltoso lo sviluppo di qualsiasi progetto a lungo termine. L'unico che sembrava aver convinto davvero, quel Leonardo strappato ai "cugini" rossoneri che aveva illuso tutti nella scorsa stagione con l'incredibile rimonta in classifica proprio contro il Milan, in estate ha fatto le valigie, destinazione Parigi, interrompendo ogni genere di programmazione futura.
La sensazione è che il "sacro fuoco" che spingeva la squadra a giocare con il coltello fra i denti fino all'ultimo minuto si sia definitivamente spento, come se la strepitosa annata 2010 avesse tolto energie e volontà al gruppo.
L'inizio di questa stagione è stato probabilmente il peggiore negli ultimi 20 anni dei nerazzurri, con risultati che non arrivano e soprattutto un'idea di gioco che sembra inesistente e una squadra che da l'impressione di non essere adeguata per reggere il passo delle altre grandi. I continui infortuni dei suoi giocatori migliori, su tutti Maicon e Sneijder, non possono rappresentare un alibi sufficiente, visto che la rosa ampia dovrebbe garantire un'adeguata copertura; sembra mancare quasi un collante tra i giocatori, divisi tra i senatori un po' invecchiati e appannati e i giovani appena arrivati, troppo acerbi e non ancora in grado di fare la differenza senza una guida adeguata. L'ultima partita, contro l'Udinese, è stata lo specchio fedele di questa situazione: dopo un buon primo tempo, l'Inter ha pagato la freschezza e la migliore organizzazione degli avversari, rimediando una sconfitta che la precipita nuovamente all'Inferno. Resteranno di certo negli occhi di tutti due immagini di questa partita: l'espulsione di capitan Zanetti, la prima in 17 anni di serie A per un giocatore sempre corretto ed esemplare, e il rigore calciato in curva da Pazzini, scivolato sul dischetto al momento del tiro; due momenti che rappresentano la fotografia attuale della squadra, che sembra non avere più certezze e nemmeno fortuna.
Insomma, un periodo più nero che azzurro, che tutti i tifosi sperano possa interrompersi al più presto, e di certo le possibilità per dare una sterzata al campionato non mancheranno; la stagione è ancora lunga, a breve inizierà il mercato di riparazione, con la possibilità di ottenere rinforzi adeguati, e di certo il mister Ranieri farà tutto il possibile per tener fede alla sua fama di "aggiustatore" e per riportare la squadra nella parte alta della classifica. In fondo, proprio un anno fa, l'Inter arrivò a fine anno con un netto distacco dalla vetta, ma grazie ad un incredibile girone di ritorno arrivò a contendere il titolo al Milan, arrendendosi solo dopo la sconfitta nel derby, e vincendo comunque la Coppa Italia. Da una squadra che i suoi stessi supporter definiscono "pazza" e amano proprio per questo, ci si può e ci si deve ancora aspettare di tutto.