Con l'arrivo della primavera, giunge anche la conclusione della maggior parte dei campionati sportivi di tutto il mondo.
Negli Stati Uniti, ad esempio, il popolo degli appassionati di basket aspetta con ansia questo periodo dell'anno per conoscere finalmente quale squadra riuscirà a fregiarsi del titolo di campione NBA. Il campionato di basket più famoso del mondo è uno dei tornei più lunghi e più massacranti in assoluto: nella sola stagione regolare ogni squadra disputa complessivamente 82 partite, affrontando da un minimo di 2 a un massimo di 4 volte le altre franchigie e girando più volte tutta l'America (e non solo, visto che quest'anno la NBA ha fatto disputare alcune partite a Londra...); un torneo organizzato in modo davvero singolare e probabilmente poco comprensibile per noi europei, anche perché, se lo spettacolo non manca mai in ogni partita per il grande atletismo e il talento dei singoli giocatori, non sempre l'impegno e la concentrazione sono al massimo per via del numero ravvicinatissimo di match da disputare.
Lo scopo di questa prima parte di campionato, la cosiddetta regular season, è stabilire quali saranno le 16 migliori squadre (divise geograficamente, 8 ad Est e 8 ad Ovest) della lega, quelle che avranno così il diritto di partecipare ai playoff e lottare finalmente per il titolo. Quanto è accaduto nella parte precedente della stagione, di solito, conta poco o nulla quando comincia questa seconda parte di torneo; l'unico vantaggio effettivo per le squadre che hanno ottenuto il maggior numero di vittorie è la possibilità di disputare l'eventuale gara decisiva di ogni serie in casa. In buona parte delle occasioni, la squadra che aveva ottenuto il miglior risultato durante la stagione regolare è poi riuscita a portarsi a casa il titolo, ma durante le serie di playoff non sono mai mancate le sorprese; in questo genere di sfide, l'agonismo e la determinazione (soprattutto nella fase difensiva) raggiungono un livello altissimo, che non viene toccato quasi mai durante il resto della stagione, e i veri campioni fanno la differenza e trascinano i propri compagni al successo finale, ribaltando i pronostici e regalando emozioni uniche agli spettatori di tutto il mondo.
Le sorprese, come detto, non sono mai mancate, e le prime gare dei playoff 2011 l'hanno ampiamente dimostrato: i Memphis Grizzlies, che finora erano arrivati a questa fase di stagione solo 3 volte e non avevano mai vinto, si sono imposti in casa dei più quotati San Antonio Spurs, e i New Orleans Hornets (squadra in cui gioca l'italiano Belinelli), da molti ritenuti una delle "cenerentole" del torneo, si sono tolti la soddisfazione di battere a domicilio i grandi Los Angeles Lakers, campioni uscenti. E' solo la prima partita, e da qui a giugno, quando si disputeranno le finali, la strada da percorrere è ancora molto lunga, ma sono più che sicuro le sorprese non mancheranno, e neanche lo spettacolo. Inoltre, provo un grande orgoglio nel vedere, per la prima volta nella storia, ben due italiani protagonisti in questi playoff: oltre al già citato Marco Belinelli, infatti, c'è Danilo Gallinari, che gioca nei Denver Nuggets; quest'ultimo ha avuto un esordio meno fortunato, perché la sua squadra ha perso, ma come detto niente è perduto.
Il grande spettacolo della NBA comincia adesso, e tutti gli appassionati di basket del Mondo sono ansiosi di scoprire chi sarà , dopo quasi 100 partite, a infilare al dito il tanto sognato e (a questo punto è proprio il caso di dirlo) meritato anello di campione.