La domanda che si pongono tanti esperti di calcio è: può una squadra che gioca i preliminari di Champions League, ed ha iniziato la stagione sognando l'Europa, ritrovarsi in piena lotta per non retrocedere? A giudicare dalle ultime prestazioni della Sampdoria, sembra proprio che la risposta sia sì.
Esattamente un anno fa, i blucerchiati si aggiudicavano il derby contro il Genoa grazie ad una rete di Cassano, seconda di cinque vittorie consecutive contro avversarie di tutto rispetto come il Milan e la Roma (all'Olimpico ancora piangono per quei punti persi...) e davano il via alla lunga volata che li avrebbe visti arrivare quarti davanti all'altra sorpresa stagionale, il Palermo, e tornare in Champions per la seconda volta dopo la finale di Wembley persa nel 1992. Era il trionfo della Samp di Garrone, di Marotta, uomo mercato che in due anni aveva costruito una squadra sorprendente, e di Delneri, già protagonista del miracolo-Chievo qualche anno prima; un gruppo solido, con la terza miglior difesa del campionato (i due portieri erano Castellazzi e Storari, oggi secondi di Inter e Juve...), un grande uso degli esterni di centrocampo, e soprattutto un coppia d'attacco, Cassano-Pazzini, che faceva invidia alle big della serie A.
Appena compiuta l'impresa, Marotta e Delneri avevano lasciato Genova per trasferirsi a Torino, sponda bianconera, ma la squadra era rimasta pressochè intatta, nonostante le mille voci sui vari pezzi pregiati, e sotto la direzione del nuovo allenatore Di Carlo ha sfiorato l'impresa contro il Werder Brema, perdendo la qualificazione alla fase finale di Champions solo negli ultimi minuti della gara di ritorno. Nonostante questo, la squadra ha disputato comunque un buon girone d'andata, seppur non paragonabile con l'annata precedente, e sembrava avviata a una stagione tranquilla. Il mercato di gennaio, però, ha cambiato tutto: sono partiti sia Cassano (già fuori rosa da due mesi per aver litigato col presidente Garrone) e Pazzini, i due goleador e forse i giocatori simbolo della Samp, e i loro sostituti Maccarone e Macheda non si sono rivelati all'altezza.
La perdita di due top players, inoltre, ha influito in modo pesante sul morale di tifoseria e giocatori, e questo ha portato a una serie di risultati negativi che nemmeno l'esonero dell'allenatore Di Carlo sembra aver arrestato, anzi; la Samp si ritrova adesso in piena zona retrocessione, e ha già perso importanti scontri contro squadre che lottano per salvarsi (Cesena, Catania, Lecce). Alla base di tutto ci sono un evidente calo fisico (prevedibile dopo il preliminare giocato ad agosto) e soprattutto un gravissimo crollo mentale, con un gruppo che sembra incapace di reagire al risultato del campo. Il tempo per invertire la rotta c'è ancora, ma bisognerà lavorare molto sulla testa dei giocatori, evidentemente impreparati ad una tale situazione di classifica, e comunque vada l'estate dovrà portare chiarezza a livello societario. Garrone e i tifosi dovranno avere molta pazienza e ricominciare da zero, costruire un nuovo progetto dalle fondamenta, dopo che sono bastati sei mesi a rovinare il duro lavoro di 8 anni.
Prima di tutto, però, viene la salvezza e la conclusione felice di quest'annata disgraziata, arrivata proprio 20 anni dopo lo storico scudetto doriano: era il 1991, era la squadra del presidente Mantovani, di Boskov, e dei gemelli del gol di allora, Vialli e Mancini. E proprio parlando di corsi e ricorsi storici, sapete contro quale squadra la Samp ottenne il successo decisivo in quell'anno magico? Proprio contro il Lecce, che ieri ha sancito definitivamente la crisi dei genovesi. Davvero un triste amarcord per i tifosi blucerchiati...