Il mondo della NBA è sicuramente una realtà molto complessa, talvolta difficile da comprendere per chi è appassionato di basket "all'Europea", con le sue regole particolari (nessuna retrocessione o promozione, il salary cap, una stagione regolare infinita...), le sue stelle superpagate, il suo spettacolo itinerante e multietnico. Uno dei motivi per cui vale davvero la pena seguirlo, tuttavia, sono le mille storie che può regalare agli appassionati (per chi volesse ascoltarne qualcuna, si rivolga al mitico Federico Buffa, vero e proprio cantastorie su questo argomento). Basta andare a Cleveland, e vedere cosa è accaduto questa notte.
Il signore nella fotografia, tale Lebron James, fino allo scorso luglio era una sorta di Dio dalle parti di Cleveland: arrivato in una franchigia storicamente perdente e accolto come manna dal cielo, è riuscito a trascinare quasi da solo la squadra a una finale NBA (persa) nel 2007 e ad altre stagioni da sogno, che purtroppo per lui non si sono mai concluse con il titolo di campione a cui tanto ambiva per la definitiva consacrazione. Così, quando in estate si è trovato di fronte la possibilità di scegliere tra restare ancora a Cleveland o cambiare aria per tentare la fortuna altrove, è arrivata la scelta (the Decision, con tanto di diretta televisiva): valigie pronte, destinazione Miami, dove si è unito ad altri due grandi giocatori come Wade e Bosh per arrivare al fatidico anello, il premio per i campioni NBA.
Il Prescelto, come lo chiamano, si è così tirato addosso le critiche di molte star del passato (in primis Michael Jordan) e soprattutto l'odio dei suoi ex tifosi, che da allora avevano un solo desiderio: beat LBJ, battere l'ingrato traditore! Nella prima occasione, il 2 dicembre, è andata malino, per così dire: 118-90 per Miami, con 38 di James, caricato dai fischi e semplicemente incontenibile. La tanto attesa rivincita è però arrivata: nonostante un'altra gran partita di Lebron (27 punti con anche 10 rimbalzi e 12 assist, niente male!), infatti, i Cavs si sono imposti 102-90. Per una squadra che ha finora vinto solo 15 partite su 73 (perdendone tra l'altro 15 consecutive, record negativo degli ultimi 20 anni...), questa è la soddisfazione più grande di tutte, che rende soddisfacente la stagione per tifosi e dirigenza, come una vittoria di un derby per una squadra della serie A italiana in una stagione deludente.
Per l'ennesima volta, la dimostrazione che nello sport non sempre vince il più forte, come sa ormai troppo bene il povero Lebron...