E’ stata la tappa più dura di questo Giro 2011, quella che da Genova ha portato la carovana a Livorno. Duro non per il percorso ma per l'assenza di Weylandt, un amico ed un collega, la cui morte ha riunito tutto il mondo del ciclismo.
Per una volta le casacche colorate hanno viaggiato insieme in un lungo tributo al campione scomparso. Non si è corso e per una giornata le asce sono state sotterrate per dare spazio ad un corteo che ha attraversato alcune località dello Stivale per rendere omaggio al ciclismo come passione e non solo come lavoro.
C’erano proprio tutti, uniti e procedevo parlando tra loro in amicizia. Non possiamo non pensare che il ricordo del collega scomparso non sia stato argomento di conversazione tra tutti. Particolarmente ferito è stato Tyler Farrar che è giunto a prendere l’estrema decisione di abbandonare la “corsa rosa”, troppo il suo dolore. Anche gli sportivi più duri posseggono un cuore, e proprio il fatto di dover soffrire nel loro lavoro davanti ad incidenti cosi toccanti, rivelano la parte più tenera che è in ognuno di noi. Oggi si può parlare di tappa neutralizzata, come si dice nel freddo linguaggio delle corse, un amaro trasferimento servito solo ai 206 atleti, tutti con il lutto al braccio, a ricordare la figura di Wouter Weylandt: 216 chilometri rigorosamente in gruppo, con le varie squadre ad alternarsi in testa sino all’arrivo in Toscana, dove per primi sono passati sul traguardo gli otto compagni della Leopard-Trek di Wouter insieme all’americano Tyler Farrar che di Wouter Weylandt era compagno di alenamento. Non esistono abbuoni o classifiche, ma lo show deve andare avanti e quindi domani sarà un altro giorno.
Si tornerà in strada: quinta tappa con partenza da Piombino, sempre con la rosa sulle spalle di David Millar, che l’ha presa ieri nella cupa giornata che si è conclusa a Rapallo. Di oggi resteranno le 6 ore vissute in un’atmosfera irreale, davanti a un pubblico che ha capito la gravità del momento e ha rispettato e partecipato con affetto al dolore del Giro d’Italia, ai bordi delle strade non si erano mai viste scene di cosi grande solidarietà o forse le abbiamo dimenticate dopo la scomparsa tragica di Marco “il pirata” Pantani. Sono stati sventolati spesso cartelli con il numero 108, quello che Wouter aveva in gara. La solidarietà del mondo ciclistico c’è stata anche nei confronti dei bambini ricoverati al Gaslini di Genova. Fuori dai padiglioni piccoli ricoverati e medici hanno applaudito i corridori, provando a fare loro stessi forza ai corridori.