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PAUSA CAFFE'

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Vi riporto alla memoria una notizia di qualche settimana fa a proposito della discutibile decisione di alcune aziende di calcolare i minuti di pausa caffè–sigaretta. Un gruppo esiguo di datori di lavoro ha deciso di decurtare dallo stipendio dei lavoratori che hanno il vizio delle bionde la somma corrispondente ai minuti di tempo che perdono per accendersi, fumare e finire una sigaretta. Quattro: questo il numero dei minuti preziosi che vengono sprecati per recarsi nella saletta fumatori (o all’aperto per chi non ce l’ha, fumarsi la “paglietta” e ritornare al proprio posto di lavoro. Questo numero deve essere moltiplicato per 6 e anche 8 volte, ovvero il numero di sigarette che un fumatore medio accende durante l’orario di lavoro. In una giornata un fumatore perde dai 60 agli 80 minuti di lavoro: davvero troppo per il capo. La proposta di decurtare dallo stipendio il tempo perso per fumare verrà proposto ai sindacati. Non me ne vogliate, ma fin quando si parla di fumo, nocivo per la nostra e vostra salute, mi trovo d’accordo a limitarne i minuti da dedicargli. Secondo uno studio portato avanti da un’Università greca (ovviamente non turca), l’abbinamento caffè-sigaretta sarebbe devastante per il fisico. Caffeina e nicotina insieme creano un cocktail micidiale per il cuore. Eppure i giapponesi hanno avuto il coraggio di mettere in commercio un cofanetto, da me ribattezzato “scrigno della salute”, da portare a lavoro con dentro due pachetti di sigarette e una lattina di caffè nipponico, una bevanda energizzante a base di caffeina. A questo punto nasce un’altra questione: come identificare e disciplinare chi sta facendo pausa per fumare e chi invece ha bisogno di andar in bagno piuttosto che fare una telefonata? La risposta non tarda ad arrivare, e credo sia ancora più severa della proposta di decurtare lo stipendio ai fumatori. Dotare i lavoratori di braccialetti da polso di colori diversi. Dalla Norvegia la notizia che un manager ha imposto alle impiegate l’utilizzo di un braccialetto rosso nel periodo in cui hanno il ciclo mestruale e di fornire agli altri dipendenti che volessero usufruire del bagno una chiavetta elettronica per accedere ai servizi così da poterne monitorare i tempi. Al momento il sindacato norvegese si sta occupando di queste arbitrarie iniziative per evitare che ne seguano altre assolutamente lesive non solo per la privacy ma soprattutto per la dignità della donna e dell’uomo. Questa settimana è difficile salutarci in maniera simpatica come di solito facciamo, allora vi lascio con questa dissacrante riflessione purtroppo non mia: “Il lavoro e' il rifugio di coloro che non hanno nulla di meglio da fare” (Oscar Wilde) Beppe De Marco
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