Qualche settimana fa ci siamo lasciati che la temperatura toccava quasi i 40 gradi e, come molti di voi, anche io mi sono preso un breve periodo di ferie lontano dal lavoro e dalla città, peccato che al rientro i gradi siano addirittura aumentati!
Lo scenario per strada, calcolando le file da controesodo, ricorda i primi minuti del film “Un giorno di ordinaria follia”, interpretato magistralmente da Michael Douglas.
Viaggiando sotto il sole e per giunta seguendo una lenta fila di macchine che precedeva la mia, vi confesso che non ho mai amato come in questi giorni quelle oasi di salvezza chiamate autogrill che spuntano dall’asfalto rovente delle autostrade.
Ricominciando la ricerca sui tanti argomenti da trattare in radio, proprio questa mattina scopro che hanno fatto un’indagine sul posto in cui ci si sente più italiani. Neanche a dirlo, l’orgoglio Italico gode della sua massima esaltazione proprio nelle aree di servizio. I prodotti esposti sugli scaffali offrono una esaustiva panoramica di quasi tutte le virtù prodotte dalla nostra terra, che difficilmente troveremmo in altre circostanze: dai cd di Pupo al pecorino sardo passando per la nostra ventricina.
L’inno di Mameli, che risuona nelle orecchie guardando tanto ben di Dio, si stoppa bruscamente quando, interrogati sulle stesse prelibatezze, erroneamente definiamo la parmigiana un piatto a base di parmigiano. A questo punto non voglio neanche pensare cosa avrebbero detto delle orecchiette!
Su un campione di 1.300 uomini e donne tra i 18 e i 55 anni in moltissimi dimostrano di non conoscere piatti e tradizioni.
Alcuni si sono addirittura imbarazzati per la parola culatello, cercando di spiegarlo come culetto di bambino o parte anatomica di una bella ragazza!
Nello stomaco c’è buio, non è poi così necessario sapere i nomi esatti di ciò che mangiamo... il vero dramma sarebbe non saperli apprezzare.
Beppe De Marco