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"Auguri figlio mio per quello che mi hai dato"

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Eccoci arrivati ai 18 anni…

Lorenzo Tiberio è Speciale. Mio figlio è un ragazzo speciale.
Forse lo pensano tutte le mamme, dei loro figli. Me ne rendo conto. Ma ora so che le cose che Lorenzo non riesce a fare, e quelle che riesce a fare più, e meglio di noi, sono proprio le caratteristiche che lo rendono unico. Quando era nella mia pancia, spesso gli parlavo. Immaginavo con lui come sarebbe stato. Cosa sarebbe diventato, da grande. Che forma avrebbero avuto i suoi occhi. Quale luce, il suo sorriso. Mi sono immaginata tante volte di vederlo camminare insieme a me. Mano nella mano. Fino a quando non sarebbe stato in grado di proseguire da solo. Verso la vita. Allora la mia mano, di carne, avrebbe lasciato il posto alla mano immaginaria. Invisibile. Ma sempre stretta alla sua
Speciale. Ci ho messo un po' di tempo a capirlo.

Quando mi hanno detto che mio figlio aveva la sindrome di Down mi ricordo che sono caduta a terra.. Improvvisamente mi sembrava di non avere un corpo. Che tutto intorno avesse un peso così grande, che il mio fisico non era in grado di sostenerlo. Come se, improvvisamente, il corpo non avesse più consistenza. Dallo stato solido allo stato liquido. Poche parole, pronunciate con l'enfasi del carico del peso che portavano. E il passaggio di stato. 

Speciale, mi hanno detto. Sarà un bambino speciale. Non sono stata in grado di capire subito quanta forza possa abitare dentro un corpo come il mio, quando un figlio ha bisogno di te. E quanto potente possa essere un amore, capace di esuberare i limiti del possibile e di scatenare le forze più incontrollabili che ciascuno ha dentro di sé. Credo di essere nata insieme a mio figlio. ..Lorenzo ha tirato fuori delle cose di me che non sapevo di avere. Lorenzo non è la mia ragione di vita. È colui per il quale e grazie al quale io sono speciale... 

È così, mio figlio. Solo speciale.

A volte, quando incrocio gli sguardi delle persone, mi capita di scorgere nei loro occhi il dispiacere. Riesco a scorgere il loro tormento. A volte guardano me con ammirazione. Se io, tutte le volte, avessi il potere di verbalizzare i loro pensieri, sono certa che sentirei parole che non rispecchiano la nostra condizione. Nei loro occhi, spesso, leggo la disabilità. Mi diverto a indovinarli, i pensieri di queste persone che guardano me e mio figlio. Che brava mamma!

Quanta forza! Chissà quanto soffrirà! Se fosse successo a me, non credo che ce l'avrei fatta! E io, ogni volta, vorrei poter dire a queste persone che non sanno che il Signore assegna a tutti la stessa capacità di sopportare la vita. Semplicemente, qualcuno è costretto a misurarsi ogni giorno, con quella capacità. Sono più fortunati di me, tutti loro? Non lo so. So solo che a volte possono dimenticarsi che esistono delle difficoltà contro cui bisogna lottare. Ma io, quando sorrido, posso farlo con più consapevolezza.
È speciale, Lorenzo  

È come tutti gli altri. È speciale come loro, non di più. Non ha superpoteri. È unico. Ha una dolcezza fuori dal comune. Una forza incredibile. È lui che mi ha insegnato a sorridere. È lui che tiene per mano me. È lui che sa reagire e spiegarmi che siamo solo noi adulti a vedere la disabilità. È un ragazzo felice. E la sua felicità – piena, autentica – è l'ossigeno della mia vita. Negli occhi dei ragazzi vedo con chiarezza il futuro di Lorenzo; un ragazzo comune, con altre capacità. Un ragazzo  che sarà  poi un uomo. Fidanzato, marito, amico, e comunque qualcuno a cui non si potrà non volere bene.

Questi 18anni che la nostra famiglia ha vissuto con te insieme non sono stati una passeggiata, sarei un presuntuosa, con tuo padre e tuo fratello siamo riusciti a sopravvivere alla disperazione e allo sconforto che la sofferenza di tutte le camere di ospedale ci hanno riservato, ma questa sofferenza ci ha resi più forti insegnandoci come potere essere utili agli altri che riteniamo meno fortunati di noi.

La scommessa della mia vita: renderti sempre felice per come ho imparato dai tuoi nonni e per come giornalmente mi insegna tuo padre con la sua umiltà, il suo amore e la sua dolce intelligenza e tuo fratello con la sua raffinata amabile sagacia.

Grazie figlio mio per quello che mi ha dato la tua “esistenza” e che continua a darmi.

Grazie per come ci fai amare la vita.
Ti amiamo tanto… auguri bel diciottenne del mio cuore".

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