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Il meme: benigno o maligno

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Forse due o tre tra i miei visitatori potrebbero non sapere cosa vuol dire “meme”. Di certo non voglio intendere quei giochi carini simili alla "catena di S. Antonio"... che a me francamente nonpiacciono! 

Per questo motivo ho ritenuto opportuno inserire un piccolo preambolo prima di arrivare al tema che vorrei affrontare in questo intervento. 

Nel 1976, Richard Dawkins, etologo e biologo, nel suo libro “Il gene egoista” conia un nuovo termine nel tentativo di individuare e imporre un nome all’unità base della “evoluzione culturale”: Il meme. Esso è un oggetto culturale che ha la capacità di essere trasmesso da mente a mente o ad un supporto che possa registrare tali informazioni. Esempi classici di memi sono le leggende, i proverbi, i canti, le conoscenze tecnologiche, etc. Secondo Dawkins il meme è simile a un gene e proprio come questo non ha altro scopo che continuare la sua propagazione adattandosi ai vari contesti in cui si diffonde. 

La sopravvivenza di un concetto o un’idea in una cultura si deve alla sua capacità essere considerata importante, utile, bella o impressionante. Una massima di saggezza come “il mattino ha l'oro in bocca” si diffonde e sopravvive perché il contenuto che comunica è riconosciuto come un’informazione preziosa e utile. Anche le barzellette si diffondono e non vengono dimenticate solo se fanno ridere e se restano impresse nella memoria di chi le ascolta. Ma non esistono solo memi utili ce ne sono anche di dannosi, come ad esempio i pregiudizi razziali o sessisti, questi per esempio sopravvivono perché fanno comodo a chi è insicuro di se e ha bisogno di proiettare sugli altri un’ ombra di inferiorità. 

Ci sono poi le superstizioni… che si diffondono grazie alla paura, alla tentazione di voler controllare gli eventi futuri, dominare gli altri, avere ricchezze, liberarsi dai mali. Questo tipo di meme “virus” è particolarmente nefasto. Perché essi vengano diffusi e sostenuti da chi se ne serve per appropriarsi della vita di chi si fa inghiottire da tali credenze. Il superstizioso ingenuo è infatti un perfetto burattino nelle mani di chi sa come usare i desideri e le paure che il mondo delle superstizioni suscita in chi presta loro credito. Si comincia dal credere che, un amuleto porti fortuna, per arrivare ad essere terrorizzati da quello che una fattucchiera può farti col suo maleficio. Tutti voi sapete del caso “Vanna Marchi” e come questa forza oscura, quella della suggestione, sulla gente ingenua influisca potentemente. La forza della superstizione è quella di creare una paura irrazionale verso un potere malvagio da cui è impossibile difendersi se non attraverso i mezzi che chi lo procura può mettere a disposizione… a caro prezzo. Un’illusione di terrore che genera un potere reale! La prossima volta che un gatto nero vi taglia la strada non cambiate via… liberatevi dal meme maligno della superstizione e contribuirete a rendere il mondo migliore!

 
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