Apprezzato concerto di musica medievale, sabato scorso, nella restaurata Cripta di San Cesario Martire, presso la chiesa di Santa Maria Maggiore, da parte dell'Ensemble Stella Nova.
Il “Concerto…in Cryptis”, tenuto in onore di San Cesario Martire, è stata un'elegante esibizione portata in scena per riscoprire un prezioso angolo della città riconsegnato ai vastesi dopo importanti restauri voluti dal parroco don Domenico Spagnoli.
Il concerto, aperto da due brani di canto gregoriano eseguiti dalla sezione maschile del Coro Polifonico Stella Maris, ha visto poi l'Ensemble Stella Nova eseguire un repertorio che ha affascinato il numeroso pubblico per i brani medievali presentati e la presenza degli strumenti utilizzati perfettamente identici a quelli dell'epoca.
I musici di Stella Nova: Paola Stivaletta (flauti diritti, symphonia, voce), Peppino Forte (liuto, chitarrino, voce), Roberto D'Alessandro (salterio, percussioni, voce), Alessandra Santovito (canto, traversa medievale, percussioni), Francesco Forgione (arpa, percussioni) e Domenico Mancini (viella).
Qui di seguito il saluto del parroco, don Domenico Spagnoli.
Ringrazio vivamente l'Ensemble Stella Nova per la serata che ha voluto dedicare a San Cesario del Vasto. E' stata la prima manifestazione realizzata all'interno della Cripta subito dopo la sua inaugurazione del 30 ottobre.
Ritengo l'iniziativa una espressione di altissimo livello che ci ha fatto gustare la potenza evocativa della buona musica e del canto sacro.
In liturgia parliamo di valore "performativo" della Parola di Dio. Durante la esecuzione dei brani da parte dei nostri artisti abbiamo avuto un assaggio della potenza performativa della musica. I testi religiosi delle laudi, con i loro ritornelli "Gaudeamus" e "Laudate" non solo cantavano quelle parole di gioia ma suscitavano la stessa gioia nei presenti. Tutti abbiamo goduto di quella ebbrezza dello Spirito nel ascolto attivo dei brani.
Un altro aspetto di qualità è rintracciabile nel verbo caratteristico che viene più volte offerto da Peppino Forte nello spiegare le esecuzioni. Egli parla di "interpretazione" alla luce del fatto che spesso i le melodie ritrovate negli archivi risultano appena accennate o, comunque, riportanti una melodia appena abbozzata senza molte indicazioni relative alle modalità di esecuzione. Questo verbo "interpretare" ci rimanda all'esperienza dello stesso cammino cristiano in rapporto a Dio. Nel cammino spirituale non vi è mai un destino al quale sottomettersi ma una storia da interpretare alla luce del Vangelo. Una traccia, una melodia "indicata" per l'uomo che però a sua volta può e deve interpretare, tirando fuori da sé i talenti e la propria personalità. La vocazione cristiana è sempre una esperienza di libertà nella fantasia dello Spirito Santo che si incontra con la fantasia dello dell'uomo.
Ecco perché la serata offriva diversi spunti spirituali anche attraverso la interpretazione evocativa dei nostri musicisti e cantori. La vita cristiana è in ogni singola persona una interpretazione personalissima, unica ed irripetibile dell'Vangelo. Ognuno ha la propria storia di santificazione e la propria risposta da dare a Dio che chiama.
La rassegna ha in qualche modo celebrato a mio giudizio un "matrimonio". Un matrimonio tra cripta e musica sacra. L'atmosfera infatti creatasi con la nuova illuminazione, congiuntamente alla buona acustica apprezzata da tutti mi ha convinto della tradizione da avviare nel pensare futuri incontri di alto profilo che possano far apprezzare musica sacra in un ambiente sacro.
Un grazie speciale a tutti gli artisti che hanno voluto elevare i nostri animi con il canto-preghiera che annuncia la speranza cristiana che vince ogni tristezza come recita il testo di uno dei brani "Como poden": "Così come per le loro colpe gli uomini possono essere rattristati, così possono, grazie alla Vergine, anche diventare santi"
Foto di Daniele Muratore