‘Siamo momentaneamente immortali…” è il titolo dello spettacolo che verrà proposto, con finalità di beneficenza, nella serata di venerdì 11 ottobre, dalle 21, presso il Politeama Ruzzi a Vasto.
In programma un recital di canti, racconti e storie con i DisCanto, raffinati interpreti della musica popolare abruzzese, e l’esilarante cantastorie per passione e talento Nicola Pomponio, a sostegno dei progetti dell’associazione ”Il Recinto di Michea” con il patrocinio del Comune di Vasto.
“L’iniziativa – si legge in una nota – nasce dalla volontà di sostenere fattivamente le attività dell’associazione di promozione sociale fondata nel 2012 da don Gianfranco Travaglini, parroco della Cattedrale di San Giuseppe. La fattoria sociale ‘Il Recinto di Michea’ prende l’idea dalla figura di questo profeta, umile contadino della Palestina del sud, che alza la voce a favore dei poveri. Michea così recita: ‘Li metterò insieme in un recinto sicuro… Il Signore sarà alla loro testa’”. Don Gianfranco Travaglini, da parte sua, spiega la doppia finalità del progetto: “L’intento è quello di accompagnare le persone con disagio ad un reinserimento sociale”.
La serata di beneficenza, il cui ricavato sarà devoluto al ”Recinto di Michea”, in sintonia con lo spirito dell’associazione che punta sul valore benefico e salvifico della riscoperta delle tradizioni legate alla natura e alla terra, vedrà dunque sul palco i DisCanto che da sempre fanno del suono e delle parole remote, custodi raffinati e voci narranti della memoria cantata della terra d’Abruzzo. Il gruppo è composto da Michele Avolio, suo fondatore e da oltre 30 anni cantore della tradizione popolare abruzzese, voce, chitarra, bouzouki e percussioni; Sara Ciancone, violoncello, percussioni e cori; Antonello Di Matteo, zampogna, fisarmonica, clarinetto e organetto; Domenico Mancini, violino e fisarmonica e Elena D’Ascenzo, voce. Insieme alla musica dei DisCanto, esilaranti aneddoti e racconti di vita vissuta rivisitati in chiave umoristica da Nicola Pomponio, medico di professione, originario di Scerni che ha nel suo dna il talento dell’arte della narrazione e dell’ironia che coinvolge ed ammalia.