Un lavoro redazionale di quattro mesi, racchiuso in 448 pagine, dove sono pubblicati i vari testi di poesia e narrativa, premiati o segnalati durante la manifestazione del 22 settembre 2012, con la copertina a colori che riporta il disegno del noto incisore marchigiano prof. Eros Donnini, nel quale sono rappresentate su via Adriatica di Vasto due amiche (una di loro cerca di aiutare con tutta la carica del suo affetto l’altra per una violenza subita) e un gruppo di giovani (ragazzi e ragazze) che con la loro spensieratezza, indicano che la vita è bella se vissuta nella gioia e nella fraternità: ecco in sintesi come si presenta la ventisettesima raccolta antologica del Premio Nazionale “Histonium”, dal singolare titolo: “Non abbiate paura!”.
Le motivazioni della impostazione editoriale e della scelta del titolo le ha evidenziate, nella “Introduzione”, il curatore dell’Antologia, prof. Luigi Alfiero Medea, che è anche il Segretario Generale del Premio.
“L’anno 2012- scrive il prof. Medea - si è chiuso con l’ennesima notizia sulla violenza contro le donne, che ha scosso non solo il Paese, dove è avvenuto il tragico evento, l’India, ma il mondo intero. Sull’autobus di New Delhi una ragazza di 23 anni - l’hanno chiamata Damini (che in lingua hindi significa luce) - è stata prima aggredita con ferocia e stuprata da sei uomini (tra i quali l’autista) e, poi, abbandonata sul ciglio della strada, agonizzante. È spirata all’ospedale, dove è stata portata in condizioni disperate. A New Delhi tanta gente si è riversata per le strade per manifestare il proprio sdegno contro una piaga sociale, ben radicata in quella società di tipo ancora patriarcale. Ma il problema della violenza contro le donne è drammaticamente attuale anche in tante altre nazioni, dove si attuano in continuazione sequestri, torture, discriminazioni, maltrattamenti e uccisioni. E tante volte queste violenze fisiche e psicologiche avvengono per futili motivi”.
“Mi ha particolarmente colpito - continua Medea - il caso avvenuto nell’ottobre scorso in Pakistan. Malala Yousafazai, di appena 15 anni, è stata ferita gravemente da un estremista talebano, perché colpevole di voler andare a scuola. Sempre più spesso gli abusi contro le donne si concretizzano nelle limitazioni della libertà personale, nel mancato riconoscimento dei loro più sacrosanti diritti, nelle umiliazioni inferte da mariti dispotici nei confronti di spose-bambine, nella barbarica mutilazione dei genitali femminili, nella pratica diffusa di vendere le figlie ad uomini benestanti, costringendole a diventare schiave domestiche, nelle molestie e nelle minacce, attuate all’interno delle fabbriche, degli uffici e di altri luoghi di lavoro. L’Italia, che si reputa un paese civile e moderno, - precisa - non è esente da questo terribile fenomeno, solo se si pensa al rilevante numero di femminicidi avvenuti nel 2012. Ed è soprattutto la famiglia, ambiente privilegiato dei legami affettivi, ad essere il luogo più violento, dove sono soprattutto le donne a soccombere in una sorta di inferno maledetto, nel quale anche i figli piccoli vengono, purtroppo, coinvolti sul piano psicologico. Eppure, anche se il quadro presentato è sconfortante, ci sono faticose rinascite, grazie all’impegno di alcuni centri di aiuto, come quello di “Donna Lilith” di Latina, che attua il progetto, sostenuto dalla Fondazione Pangea e volto al recupero del “rapporto madre-figlio”, messo a rischio dopo anni di violenza vista o subita”.
“L’organizzazione del Premio Histonium – sottolinea il segretario generale - non può non essere su questa linea di speranza, perché è cosciente che oggi è importante ridare dignità a tutte le donne, ma nello stesso tempo sa che occorre anche l’aiuto per stimolare ognuna delle donne violentate a liberarsi dalla paura per problemi personali o comunitari. È risaputo, infatti, che in Italia il 90% delle violenze non viene denunciato. “Quando sei innamorata, dai al tuo partner una speranza, una seconda possibilità”, così si giustificano molte donne che subiscono violenze in famiglia, non pensando che, così facendo, continuano ad aggravare, più che a risolvere il problema. Ecco perché ho voluto dare a questa raccolta della XXVII Edizione dell’Histonium il significativo titolo Non abbiate paura! Sì, è necessario che la donna ritrovi in se stessa il coraggio per denunciare l’uomo (anche se è suo marito o compagno o convivente o amico o datore di lavoro) che l’ha violentata o molestata, come è indispensabile, per richiamare anche l’altro tema approfondito nel Concorso, che ogni cittadino non abbia remore nel denunciare quanti deturpano le bellezze paesaggistiche del nostro Paese, soprattutto con cementificazioni selvagge, incendi dolosi e inquinamenti ambientali”.