Dar voce alle segnalazioni dei beni più amati in Italia per assicurarne un futuro è lo scopo de “I Luoghi del Cuore”, il censimento nazionale promosso dal Fai, il Fondo per l'Ambiente Italiano, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, che chiede ai cittadini di indicare i luoghi che sentono particolarmente cari e importanti e che vorrebbero fossero ricordati e conservati intatti per le generazioni future.
L’appello è volto alla difesa di tesori piccoli e grandi, più o meno noti, che occupano un posto speciale nella vita di chi li ha a cuore.
Lo scorso settembre la delegazione vastese del Fai ha candidato come luogo da salvare Palazzo Ciccarone e la sua Biblioteca storica, che conta al suo interno circa 17.000 volumi.
In questi giorni è stata ufficializzata in questi giorni la classifica generale del censimento. Palazzo Ciccarone, con 3.424 voti, è risultato al 66° posto in Italia ed al terzo in Abruzzo.
Attraverso il censimento il Fai sollecita le Istituzioni locali e nazionali competenti affinché riconoscano il vivo interesse dei cittadini nei confronti delle bellezze del Paese e mettano a disposizione le forze necessarie per salvaguardarle così da rendere possibile il recupero di uno o più beni votati.
L'INTERVENTO DI NICOLANGELO D'ADAMO - Il 21 ottobre del 1860, a Vasto, si svolse il plebiscito per l’annessione al Regno Sabaudo: il risultato era scontato, infatti stravinsero i “si” (su 2804 “allistati” – iscritti alle liste elettorali – votarono 1952, solo due i “no”). Il successo dei “si”, fortemente voluto dal Partito Liberale, guidato a Vasto da Silvio Ciccarone senior, fu festeggiato nei giorni seguenti davanti al Palazzo Ciccarone, lungo quella strada che in seguito si chiamerà “Corso Plebiscito”.
Ricordo questo episodio della storia vastese perché già da un anno il FAI ha mostrato un insperato interesse per quel “Palazzo” del notabilato locale, chiedendone la salvaguardia insieme alla messa in sicurezza della biblioteca e archivio di famiglia che, forse non tutti sanno, contiene documenti di grande valore storico come il carteggio tra Ciccarone e Spaventa.
In più occasioni mi sono permesso di avanzare una proposta, per la verità già illustrata in Consiglio comunale, non solo per salvare il patrimonio storico dei Ciccarone, ma anche per aprirlo ai cittadini, consentirne le visite e le consultazioni bibliografiche. Ho parlato, allora, della possibile creazione di una “Fondazione Ciccarone” e la trasformazione del Palazzo di corso Plebiscito in un Museo del Risorgimento. Dai giorni della prima proposta e dal successivo tentativo di raccolta di firme tramite un blog locale e la collaborazione di un amico, non si sono registrati altri interventi. A rompere il silenzio è intervenuta, però, la proposta del Fai lo scorso anno ed oggi la notizia che la messa in sicurezza del Palazzo Ciccarone occupa il terzo posto in Regione tra le opere da salvare.
Non riesco ancora a rassegnarmi che a Vasto ci sia così poco interesse per una grande pagina di storia locale, densa di avvenimenti fortemente intrecciati con il convulso periodo preunitario che ha tanto coinvolto questo lembo dell’ex Regno delle due Sicilie. Oggi qualcosa si muove: mi auguro che l’occasione non cada nel vuoto.