Nuova 'puntata' nella serie di botta e risposta sulla questione dell'"auto blu" per il personale della cooperativa 'Cogecstre' che gestisce la riserva naturale di Punta Aderci di Vasto, sollevata da Marco di Michele Marisi, responsabile di Giovani in Movimento.
Interviene nuovamente Fernando Di Fabrizio, presidente della cooperativa.
Per chiarire la questione dell’auto blu nella Riserva di Punta Aderci sono “costretto” ad intervenire nuovamente, con un ultimo comunicato, precisando che raramente intervengo sui blog quando la polemica è finalizzata a screditare le singole persone piuttosto che cercare le “verità nascoste”. “Non sono d’accordo con quello che dici ma darei la vita perché tu possa dirlo”, con questo monito attribuito a Voltaire si evince che la critica è il sale della democrazia. Quando si accende un confronto anche aspro, privo di pregiudizi e strategie nascoste, il risultato è sempre utile perché viene preso in considerazione un altro punto di vista. Sono sempre stato disponibile a fornire chiarimenti e dati utili alla migliore comprensione dei fatti, non avendo nulla da nascondere. Al di là dell’ironia che si cerca di fare sulla mia persona, confermo di aver proposto nel 2007, come avevo già affermato e scritto, di inserire nel programma annuale degli investimenti, l’acquisto di una piccola vettura. E non solo a Vasto, in tutte le Riserve che abbiamo gestito in Abruzzo negli ultimi 25 anni abbiamo sempre proposto all’Ente gestore ed ottenuto dalla Regione Abruzzo un modesto contributo per l’acquisto di un Fiorino cabinato o scoperto, indispensabile per le minime esigenze di gestione che, ovviamente, non è solo la rimozione di rifiuti (purtroppo sempre troppi) abbandonati abusivamente, nei luoghi non coperti dai servizi pubblici di rimozione. Un mezzo è necessario per partecipare alle riunioni di coordinamento della Rete delle Riserve convocate dagli enti locali, effettuare un servizio di sorveglianza nel territorio dell’area protetta in collaborazione con le forze dell’ordine, trasportare attrezzi (decespugliatori, assi di legno, reti di protezione, ecc.), mostre fotografiche, promozione a fiere di settore e organizzare le attività tra cui il servizio di manutenzione dei sentieri, e tante altre funzioni. Tutte attività di routine che abbiamo organizzato con successo nelle Riserve Regionali Maiella Orientale, a Lama dei Peligni e Valle dell’Orta a Bolognano oggi assorbite dal Parco Nazionale della Maiella, e nelle Riserve Regionali Lago di Serranella, Abetina di Rosello, Castel Cerreto e Lago di Penne. Non capisco perché la riserva di Punta Aderci, non dovrebbe avere a disposizione un mezzo come le altre aree protette. Per gestire un territorio, nel pieno rispetto delle norme, occorrono mezzi, risorse e personale, non capisco davvero quale “terribile reato” è stato commesso nel 2007 proponendo l’acquisto del mezzo, che sarebbe stato inserito nel patrimonio dell’amministrazione comunale e non, come qualcuno ha voluto insinuare, tra i beni della cooperativa. Semmai la domanda è un’altra: perché nonostante i fondi finalizzati assegnati (che non possono essere utilizzati per altri acquisti o servizi) ancora oggi il mezzo non è stato acquistato? E qui che si arriva al paradosso, si pubblicano articoli in prima pagina, si grida allo scandalo delle auto blu, solo per screditare il lavoro dei nostri dipendenti che operano in condizioni difficili e riescono comunque ad ottenere ottimi risultati, come si potrà facilmente verificare dalle relazioni ufficiali consegnate periodicamente all’Amministrazione Comunale. La riserva non ha l’auto blu, è stata pubblicata una notizia falsa, basterebbe solo questo in un paese civile per fermare la polemica avviata e invece si criticano le proposte dei bilanci preventivi rilanciando l’attacco, certamente con altri obiettivi: screditare le attività avviate nell’area protetta demonizzando chi opera con un obiettivo dichiarato verificabile da tutti. In altri termini si cerca un vero contrasto politico trascinando più o meno tutti ‘nell’arena mediatica’ in una specie di tritacarne senza regole, dove ognuno può dire quello che pensa senza remore, si pubblicano verbali e documenti con interpretazioni suggestive ed arbitrarie, quando basterebbe chiedere i chiarimenti prima e non dopo la pubblicazione dell’articolo. Ecco perché non posso accettare altre provocazioni, mi fermo qui, evitando di alimentare un confronto-scontro dai i toni accessi esageratamente aggressivi e dalle conclusioni anticipate senza alcuna disponibilità al dialogo, e non certo da parte nostra. Concludo con una battuta e una metafora che, sono certo, darà a molti nuovi spunti per alimentare la polemica. Proporrò al prossimo Comitato di chiedere l’autorizzazione alla Regione Abruzzo di convertire il finanziamento della vettura con l’acquisto di un asino, così possiamo sostituire il mezzo meccanico con la forza di un animale di altri tempi, senza consumi di carburante e scarichi inquinanti. Anche se sicuramente le critiche sarebbero comunque evidenti come si evince dalla favola classica di Esopo:
Un vecchio faceva cammino con il figlio giovinetto. Il padre e il figlio avevano un unico piccolo asinello: a turno venivano portati dall’asino ed alleviavano la fatica del percorso. Mentre il padre veniva portato e il figlio procedeva con i suoi piedi, i passanti li schernivano: “ecco dicevano un vecchietto moribondo e inutile, mentre risparmia la sua salute, fa ammalare un bel giovinetto”. Il vecchio saltò giù e fece salire al suo posto il figlio suo malgrado. La folla dei viandanti borbottò: “ecco, un giovinetto pigro e sanissimo, mentre induce alla sua pigrizia, ammazza il padre decrepito”. Egli vinto dalla vergogna, costringe il padre a salire sull’asino. Così sono portati entrambi dall’unico quadrupede: il borbottio dei passanti e l’indignazione si accresce, perché un unico piccolo animale era montato da due persone. Allora parimenti padre e figlio scendono e procedono a piedi con l’asinello libero. Allora sì che si sente lo scherno e il riso di tutti: “due asini mentre risparmiano uno, non risparmiano se stessi”. Allora il padre disse:“Vedi figlio: nulla è approvato da tutti; ora ritorneremo al nostro vecchio modo di comportarci”.
E’ facile criticare il lavoro e le azioni degli altri soprattutto quando non si conoscono i fatti e le motivazioni che spingono alcune organizzazioni ad operare in una direzione precisa. Mi dispiace che anche a Vasto, è in atto la diffusione di polemiche senza proposte operative, così come avviene ogni volta che viene istituita un’area protetta in Italia. L’affermazione di un vero conflitto tra alcune parti sociali dimostra che la questione della tutela del territorio in Italia è ancora aperta, basta ricordare che l’ex direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo ha accumulato in trenta anni di gestione circa 1300 denunce, ricorsi, contestazioni formali, insomma chi combatte per la tutela della natura deve aspettarsi sempre un’opposizione forte e decisa, nel caso di Punta Aderci la sfida è ancora più ardua perché in un piccolo spazio devono convivere interessi contrapposti, lo sviluppo industriale con la tutela dell’ambiente. Buona fortuna a tutti.
CONTROREPLICA DI MARCO DI MICHELE MARISI - “Ecco che un passo alla volta, Fernando Di Fabrizio, presidente della Cooperativa Cogecstre che ha la gestione operativa della Riserva di Punta D’Erce, arriva alla verità affermando che l’auto serve, tra le altre cose, per partecipare alle riunioni di Coordinamento della Rete delle Riserve convocate dagli Enti locali. Insomma, un’auto blu”. Replica in maniera secca Marco di Michele Marisi, responsabile di ‘Giovani In Movimento’, il sodalizio che raggruppa i giovani del centrodestra vastese, al Presidente della Cooperativa Cogecstre, Fernando di Fabrizio, aggiungendo ironicamente che “quanto all’acquisto dell’asino, propongo di utilizzare un nostrano. Ce ne sono tanti in zona…”