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Alessio Creatura, una voce vastese finalista per le nuove proposte del Premio Lunezia 2012 si racconta

La passione per la musica tra speranze e nuovi traguardi

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Giovane cantautore di origine vastese, Alessio Creatura "nasce batterista"; così potrebbe iniziare un'eventuale biografia artistica del nostro ospite di questa assolata mattinata.

 

Troviamo riparo sotto l'ombrellone di un bar, due birre e ai pochi passanti potremmo sembrare due vecchi amici che si ritrovano dopo tanto tempo. Facile, visto che è proprio così.

 

Tanto è dovuto, per correttezza verso i lettori e per non fare come certi politici - per usare le parole dell'illustre 'intagliatore' Max Manfredi - che davanti alle telecamere fanno finta di non conoscersi e poi appena ti giri si danno delle grandi pacche alla buvette. E per lo stesso motivo, il direttore e i lettori mi perdoneranno anche il tono colloquiale, ben poco professionale e 'di parte' che userò: spero mi sia concessa quest'eccezione.


Ma bando alle premesse, la domanda iniziale in un caso come questo è quasi obbligata: ti ho visto cominciare dentro un garage della 167, come si passa da lì alle finali del Premio Lunezia, calcando lo stesso palco dei più grandi della musica italiana?
"Con la passione" risponde semplicemente Alessio. "Una passione nata anche prima di quei famosi pomeriggi estivi chiusi nei garage; nata ascoltando gli amici di Celenza che si cimentavano con le prime esibizioni 'live' nelle feste di paese. Probabilmente è stato ascoltando Danilo [Del Ciancio Catalano, n.d.r.] che durante una delle tante edizioni della Festa della Birra 'menava' sulla sua batteria, inondando la piazzetta con la potenza del suo ritmo, che ho capito che era proprio quello che volevo fare. Quindi lo studio, le esperienze con le prime band a Vasto con le quali a distanza di tempo posso dire che facevamo già buona musica, non fosse altro perché era la 'nostra' musica: pochissime cover, tutta produzione 'originale e artigianale'. Il passaggio dalla batteria a voce e chitarra, poi, è stato naturale. Ed eccomi qui".


Sorride, perché sa che non basta. Infatti lo incalzo: non sarà 'cazzeggiando' con gli amici in un garage che ti sei ritrovato sul palco del Lunezia…
"Intanto non cazzeggiavamo mica" precisa. "Quegli amici, come ben sai, si chiamano Paolo Pollutri, Michele Frasca, voglio dire, tutta gente che ha sempre dato del tu alla musica, al di là del fatto che eravamo molto giovani. Poi certo, c'è stata la lunga e faticosa gavetta del periodo universitario a suonare nei locali della zona di Ravenna; faticosa non solo perché facevo tutto 'in proprio', quindi tra caricare, scaricare e montare gli strumenti, quello dell'esibizione era un momento che dovevo letteralmente conquistarmi, ma anche perché fino a poco tempo fa quell'ambiente era piuttosto chiuso alla musica italiana e preferiva sonorità più ricercate, come il jazz, il blues e un musicista che bussava alle porte dei locali con una chitarra per proporre musica italiana (e nemmeno cover) vedeva quelle porte richiudersi quasi automaticamente. Per mia fortuna, dopo qualche tempo anche Ravenna si è aperta a questo genere un po' più pop e quando è successo io ero ancora lì a bussare. Così mi sono ritrovato finalmente nel giro giusto, suonando anche con musicisti di un livello per me inimmaginabile, agli inizi, come Andrea Morelli, chitarrista di Cremonini o Dario Ciccioni, batterista hard rock di livello internazionale, fino a riuscire a suonare davanti a 4mila persone, aprendo un concerto di Vecchioni. Nel frattempo ho continuato a suonare nei locali e a partecipare ai vari concorsi. Tra questi, proprio il Lunezia, nel quale con il brano 'Non ho più pace' del mio ultimo album sono arrivato tra i nove finalisti delle nuove proposte che si esibiranno domani sera; un traguardo importante se pensi che nella stessa sera verranno premiati artisti del calibro di Umberto Palazzo, Marco Masini, Niccolò Fabi…".


Si dice che nessuno sia profeta in patria, ma non è che puoi tornare a Vasto solo per le vacanze. Quando avremo il piacere di ascoltarti tra le 'mura di casa'?
"Ah, questo non lo so. Tutta la mia storia artistica e professionale è stata dominata dal caso. Spero di avere l'occasione di suonare la mia musica anche a Vasto e a Celenza, ma non dipende solo da me. Se e quando si presenterà l'occasione, sarò felicissimo di sfruttarla".


Tra tante 'fatiche' musicali e non solo, un pigro come me non può che chiedersi: ma chi te lo fa fare?
"Qualche psicologo potrebbe pensare che sia bisogno di affetto e io non avrei niente da ridire: quando ero piccolo, rimasi colpito dall'accoglienza che mi riservarono amici e parenti alla fine di una piccola recita in cui impersonavo Napoleone. I miei si presentarono addirittura con un Babbo Natale gigante pieno di caramelle. Rivivo quell'emozione ogni volta che il pubblico risponde con affetto e partecipazione durante i miei concerti. Mi piace pensare che sono ancora quel bambino insicuro che ha bisogno di attenzione e di affetto. Forse il giorno che mi vorrò un po' più bene e mi apprezzerò senza bisogno di conferme, potrei anche decidere di fare altro".


Suona, ragazzo, suona. Ché l'affetto te lo diamo noi.
Cameriere, altre due birre, por favor.

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