Storico e ricercatore di livello internazionale, docente di Storia medievale presso l'Istituto Italiano di Scienze Umane, Fellow della Harvard University, direttore del Centro Studi sulle Arti e le Culture dell'Oriente dell'Università Internazionale dell'Arte di Firenze, autore prolifico, per tracciare un pur breve curriculum essenziale del professor Franco Cardini occorrerebbe un saggio dedicato.
L'illustre studioso, ospite ieri pomeriggio presso la Pinacoteca di Palazzo d'Avalos, ha presentato il suo ultimo lavoro dal titolo "Il Turco a Vienna. Storia del grande assedio del 1683", evento organizzato da Quiquotidiano, dal Centro Studi "Identità europea" e dall'associazione culturale "L'Argonauta".
Tra i relatori, moderati dal consigliere regionale e direttore di Quiquotidiano Giuseppe Tagliente, il professor Lucio D'Arcangelo dell'Università degli Studi "G. D'Annunzio" di Chieti, il dottor Filippo Montefusco, presidente dell'associazione culturale "City Lights" di Pescara, la dottoressa Rossella D'Arcangelo e Alessandro Tucci, responsabile dell'associazione culturale "L'Argonauta".
Al centro dell'ultimo lavoro del professor Cardini "l'autunno della crociata" nella storia dell'assedio ottomano a Vienna; un assedio che viene respinto, scongiurando così l'avanzata nel cuore dell'Europa. "In storia - avvisa il professor Cardini - la semplicità si traduce in semplicismo. Gli eventi, invece, vanno affrontati in tutta la loro complessità ". E in poco più di un'ora il professor Cardini è riuscito a delineare il preciso profilo storico e politico di un'Europa divisa di cui "il Turco saggiava la resistenza con attacchi fulminei, quasi mai portati fino in fondo". Lo stesso assedio a Vienna, ha infatti spiegato il professore, è stato condotto "senza affondare", come se gli ottomani si aspettassero la resa dall'interno. Resa che, com'è noto, non c'è stata, grazie a una città ridotta allo stremo che però pur "mangiando cuoio, cinture, animali domestici e forse perfino cadaveri" è riuscita a resistere, gettando di fatto le basi per quella che sarebbe poi diventata l'Europa moderna.
Alla fine di questo affascinante viaggio nella Storia, le considerazioni finali del professor Cardini: "Questo libro è stato scritto con la volontà di dimostrare che se non si conosce il passato, il presente e il futuro sono più difficili da 'maneggiare'".