In Abruzzo ogni giorno 14 persone muoiono per un problema cardiaco, quasi una ogni ora.
Ed è proprio arrivata l'ora di intervenire, di abbassare il colesterolo in modo efficace. In Abruzzo, per malattie del sistema circolatorio, sono morte nel 2010 5 mila 455 persone e di questi decessi mille 881 sono imputabili a malattie ischemiche del cuore. Sempre in Abruzzo, in un solo anno i ricoveri legati ad aterosclerosi coronarica e altre malattie ischemiche del cuore sono stati 6 mila 672. Molti di questi ricoveri e di questi decessi si sarebbero potuti evitare se solo i livelli di colesterolo fossero stati tenuti adeguatamente sotto controllo in modo efficace.
Perché ridurre il colesterolo non basta, occorre anche mantenerlo a livelli adeguati. Il colesterolo è il 'big killer' del cuore ma gli italiani, abruzzesi compresi, sembrano ignorarlo. Non lo misurano neppure. In Abruzzo, su 100 adulti 17 non hanno mai misurato il colesterolo. E quindi non sanno cosa rischia il loro cuore.
L'allarme viene dagli esperti Alberico Luigi Catapano (professore Ordinario di Farmacologia all'Università degli Studi di Milano e presidente eletto della Società Europea Aterosclerosi) e Claudio Borghi (professore ordinario di Medicina Interna all'Università degli Studi di Bologna) in occasione della conferenza stampa di presentazione di nuovi scenari terapeutici nella lotta al colesterolo alla luce dei risultati dello Sharp (Study of Heart And Renal Protection). Il messaggio è univoco: ridurre efficacemente il colesterolo Ldl (cosidetto "cattivo") utilizzando la terapia di associazione che permette un'ulteriore riduzione del 25 per cento rispetto alla monoterapia, sia con l'associazione fissa ezetimibe/simvastatina (Inegy) che con il solo principio attivo ezetimibe (Ezetrol, classe A) associato ad un'altra statina nell'ottica di una terapia ipocolesterolemizzate.
"E' un triste destino che il colesterolo condivide anche, per esempio, con l'ipertensione, è un problema culturale - dice Alberico Luigi Catapano -. Il medico e il paziente devono convincersi che la riduzione deve essere prolungata nel tempo (idealmente per il resto della vita una volta iniziata la terapia) e che solo così si possono ottenere i benefici attesi".