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Ricorrenza dell'11 settembre: 'Quella mia visita a Ground Zero a New York'

Il ricordo del giornalista vastese Nicola D'Adamo

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Dieci anni dopo l'11 settembre viene oggi ricordato in tutto il mondo. Di seguito un ricordo-testimonianza di una visita a Ground Zero del giornalista vastese ed ex consigliere comunale Nicola D'Adamo. Ad agosto 2002 – ad un anno dall’attacco alle Torri Gemelle - ho avuto modo di visitare, assieme a mia moglie, Ground Zero a New York. Le ferite erano ancora fresche e la commozione è stata grande. In quel periodo stavano finendo di svuotare i detriti dall’enorme cavità dove sorgevano le Twin Towers. Sul posto ci si rendeva “veramente” conto di cosa era successo; si poteva facilmente immaginare quale cumulo di macerie aveva creato il crollo dei due grattacieli più alti del mondo e soprattutto capire la tragedia delle 2.800 persone rimaste intrappolate lì dentro senza venirne fuori vive. Due le cose che ti facevano stringere il cuore. La prima, una croce non molto grande issata in mezzo al cratere attorno alla quale sembravano raccogliersi le anime dei defunti che vagavano in quella enorme fossa comune. La seconda era l’esposizione di oggetti personali, indumenti o foto delle vittime con dei messaggi, che i familiari avevano appeso all’inferriata del recinto attorno all’antica St Paul’s Chapel - poco distante - miracolosamente indenne dall’attacco. Sul recinto erano appesi anche molti cartelli con messaggi di cordoglio di comuni cittadini. Passare da una foto all’altra, da un messaggio all’altro, da un indumento all’altro, è stata una delle esperienze più commoventi della mia vita, una di quelle che per l’intensità delle emozioni provate ti lasciano per sempre un segno indelebile nella mente e nel cuore.
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