Stavolta, considerando la Pasqua 'lunga' nel calendario, Processione del Venerdì Santo con la luce del sole, almeno nella fase iniziale, per le vie del centro di Vasto.
Come da tradizione, i vari simboli della Passione, custoditi nella chiesetta della Madonna delle Grazie, e le statue del Cristo Morto e della Madonna' Addolorata, hanno caratterizzato la lunga fila snodatasi da via Adriatica e dalla piazzetta antistante la chiesa di Sant'Antonio di Padova, intorno alle 19, dopo le celebrazioni dell'azione liturgica nei vari sacri tempi della città.
Da qui il via al percorso con conclusione al cospetto della Cattedrale di San Giuseppe.
Ecco, quindi, il gallo, i dadi, gli strumenti della flagellazione, la Veronica con il volto del Cristo, la Croce e la statua del Cristo Morto seguita da quella della Madonna Addolorata.
Presenti le confraternite cittadine, i sacerdoti del clero locale, altri gruppi religiosi, gli Scout, la Schola Cantorum 'Zaccardi' diretta dal maestro Luigi Di Tullio, che ha intonato lo struggente 'Miserere' del Perosi, autorità civili e militari e popolo.
Fino agli anni ’20, ricorda Lino Spadaccini, cultore di storia cittadina, la processione usciva il Giovedì Santo, al termine della Messa in Coena Domini, mentre il Venerdì Santo, quattro ore prima del tramonto, si svolgevano le “Tre ore di Agonia di Nostro Signore Gesù Cristo” (dette anche “Sette Parole”, per ricordare le sette parole pronunciate da Gesù prima di spirare), solennemente e drammaticamente, ma senza la processione.