Data ‘rossa’ nel calendario, quella di oggi a Vasto.
La città festeggia il suo Patrono, San Michele Arcangelo, e come da tradizione c’è una serie di appuntamenti – religiosi e popolari – a far da cornice alla sempre sentita ricorrenza. Stamane, alle 11, nella chiesa di Santa Maria Maggiore, la solenne celebrazione religiosa con il vescovo della diocesi di Chieti-Vasto, monsignor Bruno Forte che tornerà anche domani per presiedere la solenne processione che dopo la funzione delle 18 ricondurrà la statua dell’Arcangelo nella sua ‘casa’, nel sacro tempio a San Michele dedicato che si affaccia su una delle balconate sul golfo.
Per quel che concerne gli spettacoli, stasera in piazza Rossetti l’esibizione di Sergio Viglianese (il meccanico Gasparetto della nota trasmissione di cabaret ‘Zelig’), mentre la successiva spazio al concerto della cantante spezzina Alexia (per un evento musicale ‘bis’ a distanza di 12 anni). Per quanto concerne le bande musicali saranno protagonisti i gruppi di Bracigliano e Città di Lecce, diretti dai maestri Carmine Santaniello e Paolo Addesso, con la grancassa sistemata all’interno del Cortile di Palazzo d’Avalos. Alla conclusione dello spettacolo musicale di Alexia non mancheranno i tradizionali fuochi d’artificio conclusivi della festa che saranno sparati dal Parco del Muro delle Lame. Per i più giovani è a disposizione il luna park, allestito anche quest’anno al terminal bus di via dei Conti Ricci. A rendere più ‘suggestivo’ lo ‘struscio’ per le vie del centro ci sono le luminarie, sistemate per la gran parte in corso Italia, piazza Pudente, corso De Parma e via Santa Maria.
VASTO E IL SUO PATRONO - Il legame e la devozione della città del Vasto verso l’Arcangelo Michele risale a tempo immemore: “Ogni qualvolta una calamità colpiva o minacciava di colpire la nostra città – rammenta Lino Spadaccini, cultore di storia locale -, il popolo acclamava a gran voce la protezione dell’Arcangelo Michele. In particolare si ricordano due episodi. Il primo nel 1805, quando per l’esplosione di un vulcano nel vicino Matese, si sentirono ripetute scosse telluriche, che causarono ingenti danni in molti paesi limitrofi, ma non nella nostra città. Altra circostanza, ben più terribile, avvenne tra il marzo del 1817 ed il gennaio del 1818, quando un’epidemia costò la vita ad oltre 2.500 persone. Solo grazie al prodigioso intervento dell’Arcangelo la malattia venne scacciata. Proprio in seguito a quest’ultimo evento, mentre la popolazione era raccolta all’interno della chiesa di San Giuseppe, dov’era esposta la statua dell’Arcangelo Michele alla venerazione dei fedeli, venne pubblicamente richiesta la sua elezione a protettore principale della nostra città. E solo dieci anni più tardi, nel settembre 1827, all’interno del Consiglio comunale, venne formulata – conclude Spadaccini - la richiesta ufficiale da inviare al Pontefice Leone XII, per l’ottenimento del patronato di San Michele”.