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Ricorrenza della festa di San Cesario: serie di appuntamenti a Santa Maria Maggiore

Lunedì 4 novembre solenne celebrazione con il vescovo Pietro Santoro

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Al via sabato scorso una serie di iniziative in preparazione alla festa di San Cesario Martire, le cui spoglie sono custodite nella cripta di S. Maria Maggiore. Alle ore 19, al termine della S. Messa vespertina, si è tenuto un apprezzato concerto di musica sacra dell’Insieme Vocale “Discantus” di Pescara, diretto dal M° Arnaldo Vernamonte.

Domenica 3 novembre, giorno della festa di S. Cesario, sono previste quattro S. Messe, alle 7:30, 10, 11:15 e 18. Essendo giorno festivo, non potendosi celebrare Messe specifiche per il Santo Martire, in quanto prevale necessariamente quella della domenica, con letture e orazioni proprie, è stata prolungata la festa anche al giorno successivo, lunedì 4 novembre, con la S. Messa in cripta, alle ore 8, e la Solenne Concelebrazione alle 18, presieduta da S. E. Mons. Pietro Santoro, vescovo di Avezzano. Sabato 9 novembre, altro interessante appuntamento con la conferenza sul tema “Il culto dei martiri e la Cripta di San Cesario”, a cura dell’ing. Tiziana Scopa.

Nei giorni immediatamente successivi alla festa, verranno avviati i necessari e urgenti lavori di restauro dell’urna che accoglie le spoglie del Santo Martire, nella speranza che i lavori possano concludersi entro il prossimo anno.

LA STORIA - Vaghe sono le notizie sull’origine di S. Cesario. Da Luigi Marchesani e da altri storici, sappiamo che il corpo del martire venne estratto dal cimitero di Castuli situato a Roma sulla via Labicana, l’attuale Casilina, nell’anno 1672, in seguito alla scoperta fatta da Raffaele Fabretti. Secondo la tradizione, sembra siano stati ritrovati due corpi, quello di S. Castulo, che il martirologio romano festeggia il 3 marzo, e l’altro di difficile identificazione. Insieme ai corpi fu rinvenuta anche un’iscrizione nella quale si leggeva “zetarius cubicoli Diocletiani Augusti”, ovvero Castulo era il “cameriere dell’imperatore Diocleziano”, che poi fu arrestato, insieme alla moglie Irene, e sepolto vivo nella cava arenaria sulla via Labicana. Secondo lo storico prof. Carlo Marchesani, S. Cesario potrebbe essere invece un soldato romano, il quale convertitosi al cristianesimo, mentre conduceva al martirio Castulo, subì la sua stessa sorte.

Il nome di S. Cesario, probabilmente deriva dal termine “zetarius”, assonante a “cesarius”; mentre secondo la tradizione vastese, potrebbe essere stato attribuito in onore di Don Cesare Michelangelo d’Avalos, che il 3 novembre 1695, donò il corpo del martire alla chiesa di S. Maria Maggiore, dopo averlo ricevuto dal Cardinale Carafa, il 9 maggio dello stesso anno, con l’obbligo di esporlo alla venerazione dei fedeli.

 

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