"Io non dimentico”: è la frase che campeggia nella iscrizione marmorea posta nel 2007 a Vasto Marina a ricordo della presenza, anche nella nostra città, di traccia delle deportazioni di perseguitati politici e razziali.
Questa mattina, in occasione della Giornata della Memoria, una delegazione della Giunta e del Consiglio comunale, alla presenza di rappresentanti delle forze dell'ordine e del gruppo comunale di Protezione Civile, ha provveduto a deporre a Vasto Marina, una corona commemorativa per "rimarcare l’immane sacrificio che il genere umano ha dovuto sopportare".
In assenza del sindaco Luciano Lapenna è stato il presidente del Consiglio comunale Giuseppe Forte ad indossare la fascia tricolore.
"L’Amministrazione comunale ha patrocinato e partecipato a tutte le iniziative che scuole ed associazioni hanno sviluppato su tale importante tema - si legge in una nota stampa diramata da palazzo di città -. Tra queste la proiezione del film 'Anno Zero', del regista abruzzese Milo Vallone, in programma lunedì prossimo, 30 gennaio, alle ore 10.30, nei locali dell'auditorium del Liceo Scientifico".
L'APPROFONDIMENTO DI LINO SPADACCINI - 27 gennaio, giorno della memoria in ricordo delle vittime del nazifascismo ed in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati. Vogliamo ricordare questo giorno parlando dei due campi di “concentramento” esistenti a Vasto Marina, destinati agli italiani pericolosi.
L’11 giugno 1940 a Vasto Marina, o meglio Istonio Marina, come veniva chiamato all’epoca, erano già attivi l’albergo dell’avv. Oreste Ricci, per una capienza massima di 300 posti e Villa Marchesani, per circa 170 posti. Il servizio di sorveglianza era effettuato da 12 carabinieri, affiancati successivamente da 2 agenti di polizia, mentre il servizio sanitario veniva garantito dal dr. Nicola D’Alessandro. Per dirigere il campo, fino al 16 agosto 1943, venne richiamato il commissario in pensione Giuseppe Prezioso, poi sostituito dal vice commissario di P.S. Giuseppe Geraci. Nel campo vastese venivano internati gli italiani ritenuti pericolosi, schedati come sovversivi, o pericolosi politicamente. I primi 79 prigionieri arrivarono nel luglio 1940, nel settembre successivo arrivarono a 109. Inizialmente venne utilizzato solo l’albergo di Oreste Ricci, mentre la villa della famiglia Marchesani rimase quasi sempre vuota.
Nell’estate dell’anno seguente il campo venne interamente occupato da 185 detenuti, 15 in più del previsto. Successivamente il numero scese e vennero accolti anche uomini slavi ritenuti ostili verso l’Italia. Lo storico Costantino Di Sante nel suo prezioso lavoro I campi di concentramento in Abruzzo (interamente leggibile su internet), così descrive le condizioni in cui i prigionieri erano costretti a vivere: “le condizioni... vennero rese difficili dalla mancanza di spazio e degli infissi in alcuni locali, dall’insufficienza dei servizi igienici, dalle difficoltà di approvvigionamento del vitto e dall’atteggiamento arbitrario, nei confronti degli internati, del direttore Vincenzo Prezioso. All’inizio il direttore non autorizzò l’approntamento di una mensa comune nel campo e costrinse gli internati ad andare nelle trattorie del paese, creando gravi disagi ai meno abbienti. In seguito venne stipulato, per il servizio mensa, un contratto con la ditta S.P.I.A. Molini e Pastifici di Casalbordino, la quale, peraltro, spesso distribuì cibo avariato agli internati”. Già dal luglio del 1943, le autorità sollecitarono la chiusura del campo, “perché nei pressi di Istonio - ricorda ancora Di Sante - erano iniziati dei lavori di fortificazioni per la difesa del territorio, e gli internati, dei quali alcuni accusati di spionaggio, potevano vedere, sapere e forse riferire quello che si stava facendo”. Il campo continuò a funzionare fino alla fine del settembre successivo. Nella pubblicazione sopra citata è riportato anche un elenco stilato dal Commissario Prezioso, in data 15 settembre 1940, dove è possibile leggere i nominativi di tutti i 109 internati. Il 27 gennaio 2007, per ricordare la Shoah, l’Amministrazione comunale ha collocato un’epigrafe di fronte la villa della famiglia Marchesani, dove si legge la significativa frase che non ha bisogno di ulteriori commenti “Io non dimentico”.
Sul blog NoiVastesi, a cura di Nicola D'Adamo, altri interessanti approfondimenti sul Giorno della Memoria