Oggi alle ore 17.30 Santa Messa nella chiesa di Sant’Antonio di Padova per la festa di San Sebastiano, patrono dei Vigili Urbani e dei muratori.
La statua che oggi vediamo nella chiesa di Sant’Antonio, prima della frana del 1956 era venerata nella chiesa di San Pietro. Ma in precedenza la statua era custodita nell’omonima cappella, come riferisce il Marchesani, situata, “rimpetto al bastone di S. Spirito, dal quale distava per pochi passi”. La chiesetta già esisteva agli inizi del 1500 e fu ampliata con elemosine nel 1644. Verso la fine del Settecento cadde in rovina e nel 1817, in seguito al colera che decimò la popolazione vastese, venne utilizzata come deposito di cadaveri che dovevano essere trasportati a Colle Martino. Al tempo del Marchesani della chiesa non era più visibile nulla, se non qualche traccia di fondamenta.
Una credenza popolare attribuisce a San Sebastiano il potere di preservare i suoi devoti dalla polmonite, malattia a cui è soggetto chi è sottoposto alle intemperie; per questa ragione i muratori vastesi hanno eletto San Sebastiano loro patrono. Fino all'ultimo conflitto mondiale, grazie alle generose offerte raccolte dai muratori stessi, il giorno della festa, in tutto il suo arco, c'era un continuo sparo di mortaretti, ma non si perdeva occasione di fare degli acquisti utili per adornare al meglio la cappella del Santo. Nel giorno della festa era tradizionale la dispensa di li priccillete, ovvero grandi ciambelle di pasta a forma di cerchio, che venivano distribuite in chiesa, dietro una cospicua offerta. Da questa usanza nacque il motto “A li mijje li mejje si dà li priccillete”, che si usa ripetere da chi si vede trascurato, quando altri vengono trattati bene. Questa consuetudine venne soppressa durante il primo conflitto mondiale a causa della carenza del grano.
In serata, come per la ricorrenza di Sant'Antonio Abate di qualche giorno fa, si rinnoverà anche il canto del San Sebastiano.