Quartiere in festa, domani 2 giugno, in onore di Sant’Antonio Abate.
Alle ore 9 è prevista l’apertura con lo sparo di mortaretti. Nel pomeriggio alle 15.30 il complesso bandistico “San Martino” di Vasto farà il giro del quartiere, mentre alle ore 16 si svolgeranno giochi e animazione per tutti i bambini e ragazzi.
Alle ore 18,30 don Massimo D’Angelo, parroco della parrocchia di Santa Maria del Sabato Santo, presiederà la celebrazione eucaristica, al termine della quale seguirà la processione con la statua del santo per le vie del quartiere. In serata musica e intrattenimento con l’Orchestra Cipriani.
La chiesa di S. Antonio è situata lungo il tratturo L’Aquila-Foggia, sulla strada che conduce a Cupello. Poche scarne notizie ci sono state tramandate dagli storici.: il Marchesani riferisce che esisteva già nel 1569. Essendo una cappella rurale, la custodia ed il mantenimento era affidata alla volontà e alla dedizione di pochi fedeli devoti al santo protettore degli animali e, quindi, spesso per mancanza di fondi, la chiesa cadeva in rovina. Come riferisce l’iscrizione murata sopra la porta d’ingresso, la chiesa venne riedificata nel 1876, mentre altri sostanziosi lavori di restauro vennero realizzati nel 1994. All’interno dell’edificio si conserva una pregevole tela, rappresentante l’Adorazione dei pastori, realizzata dalla scuola di Gerrit Van Hanthorst, pittore olandese vissuto tra la fine del cinquecento e la metà del seicento, mentre l’Altare, il Leggio ed il Tabernacolo in pietra sono stati lavorati dallo scultore Domenico Zambianchi. Fino alla metà dell’Ottocento, nel giorno della festa del santo, il 17 gennaio, era solito svolgersi la benedizione dei cavalli. I quadrupedi con gualdrappe dai colori smaglianti e con le teste ornate di piume e di sonagliere, durante la mattinata facevano i soliti tre giri intorno alla chiesa. Ad ogni giro sostavano per un momento dinanzi la porta, dove il prete li benediva. Al terzo giro i padroni, dopo aver lasciato un’offerta, ricevevano dal prete un’immaginetta del santo, che attaccavano arrotolata alla criniera dei loro cavalli. Grazie alla benedizione ricevuta, Sant’Antonio avrebbe preservato gli animali da qualsiasi disgrazia. A causa della chiusura della chiesa rurale, la tradizione proseguì per molti anni presso la chiesa della Madonna delle Grazie.