Le immagini che arrivano dall’Emilia Romagna suscitano ricordi mai sopiti a Vasto della grande frana del 1956 e degli smottamenti che si sono avuti in seguito sino ad anni più recenti. Ricordi che ripropongono ovviamente interrogativi riguardo ai rischi che corre anche questo territorio e la nostra Città , posta incantevolmente ma anche pericolosamente in cima ad una collina che potrebbe tornare a scivolare verso il mare.
Ci turba il pensiero soprattutto che poco o nulla è stato fatto di recente dopo i massicci interventi risalenti agli anni ottanta e novanta del Novecento ed ai primi del Duemila sul costone orientale del nostro comune e la constatazione dell’assenza di monitoraggio sullo stato di salute del suolo anche a seguito del venir meno della presenza di organismi delegati a farlo, come avveniva nel passato quando operavano con grande incisività ed autorevolezza Consorzio di bonifica e Genio Civile.
In un quadro oltretutto di pressoché abbandono delle colture agricole ed anche delle piccole opere di irrigimentazione delle acque che nei tempi andati venivano compiute direttamente dai contadini.
Agli amministratori dei vari livelli, ai consiglieri della Regione Abruzzo, ai rappresentanti di questo comprensorio nelle istituzioni parlamentari giriamo queste più che modeste ma però sentite considerazioni e l’esortazione a fare quanto è in loro potere approfittando anche della disponibilità oggi offerta dai fondi del Pnrr.
Foto dalla pagina YouTube Marco Rillo