La Sevel ha festeggiato in questi giorni il superamento di un importante traguardo: la produzione di 7 milioni di furgoni. La precedente cifra tonda era stata raggiunta nel 2018, solo quattro anni fa. Nonostante le varie crisi, la pandemia e alcuni timori sul futuro, la produzione nella fabbrica della Val di Sangro non si è mai fermata e procede a ritmi sostenuti.
Un traguardo, sottolineano diverse organizzazioni sindacali, ottenuto soprattutto grazie all’impegno e al sacrificio delle migliaia di lavoratori. Un numero anche maggiore degli occupati nello stabilimento, considerando i turnisti, i lavoratori con contratto a tempo determinato, i pensionati e i nuovi assunti negli anni.
«“Un altro mondo!”, vista l’escalation della pandemia che ha condizionato e sta condizionando le vite delle famiglie, dei lavoratori, delle imprese e del mondo intero» definisce l’anno in cui era stato raggiunto il traguardo dei 6 milioni di veicoli prodotti la FIM Cisl in una nota del segretario regionale Abruzzo-Molise Domenico Bologna e del segretario con delega ai rapporti con Stellantis Amedeo Nanni. «A peggiorare ulteriormente la già critica e delicata situazione,lo scoppio della guerra in Europa, con il problema del caro energia che attanaglia le condizioni economiche di tutti gli Italiani» che non hanno però impedito di raggiungere il traguardo dei 7 milioni «frutto del lavoro e delle competenze dei lavoratori, i quali quotidianamente contribuiscono al raggiungimento dell’obiettivo di essere leader del mercato dei veicoli commerciali e di conservarlo a lungo – prosegue la nota dei due rappresentanti sindacali - come sindacato non possiamo che essere soddisfatti e ci auguriamo di veder crescere di molto questo numero, per permettere al nostro territorio di essere e continuare a restare vivo».
Bologna e Nanni sottolineano l’importanza dell’annuncio di collaborazione tra Stellantis e Toyota Motor Europe per la fornitura da Stellantis di «un nuovo veicolo commerciale di grandi dimensioni (anche in versione elettrica a batteria), il quale sarà commercializzato in Europa con il marchio Toyota e sarà prodotto anche nello stabilimento Sevel» e, in riferimento a vicende del recente passato e ai rapporti sindacali con l’azienda, che il loro obiettivo è «riuscire nelle trattative italiane ad aumentare non solo i premi, ma la tutela della occupazione, le condizioni di lavoro e difendere il potere d’acquisto dei salari aumentando le retribuzioni base, è stato già fissato per il giorno 10 ottobre a Roma, l’assemblea dei delegati sindacali di tutti gli stabilimenti italiani per illustrare le nostre richieste».
«7.000.000 di furgoni sono il frutto di sacrifici e fatica delle Lavoratrici e Lavoratori della Sevel, ma anche di tutti i Lavoratori dell'indotto. Quando si lavora, in Sevel esce un furgone ogni minuto e venti secondi. Le saturazioni raggiungono picchi del 96-98%, vuol dire che ogni minuto i lavoratori riposano 1 o 2 secondi» sottolineano in una nota le RSU Fiom Cgil. « Mentre in Val di Sangro si fanno record, in Francia Stellantis si è offerta di pagare alla maggior parte dei suoi dipendenti fino a 1.400 euro di aiuti per sostenere il loro potere d’acquisto. L'ultimo record fatto in Val di Sangro ha visto come ricompensa un bocconotto – proseguono i rappresentanti della Cgil - Stellantis se vuole fregiarsi della fatica delle Lavoratici e dei Lavoratori deve dimostrarlo garantendo anche in Italia lo stesso trattamento deiLavoratori francesi e soprattutto deve garantire investimenti per dare un futuro certo ai Lavoratori Sevel e più in generale ai Lavoratori dell'indotto».
«Siamo tutti soddisfatti nonostante i frequenti avvicendamenti del brand e fusione industriale, la progressiva delocalizzazione, la crisi della componentistica che provoca continui stop produttivi e malgrado l'incomprensibile colpevolizzazione aziendale di assenteismo per quei lavoratori fruitori di diritti essenziali per la conciliazione dei tempi di vita-lavoro – dichiarano i rappresentanti provinciali dello Slai Cobas - il premio per tale prestigioso traguardo è stato al solito distribuito con modalità diverse tra gli azionisti e gli operai»: «ai primi i dividendi economici, ai secondi l'ennesimo dolce a mensa, dal bocconotto del 2018 alla gustosa fetta di torta odierna comprensiva di selfie volontario utili ai fini della promozione dell'immagine». La conclusione del sindacato di base è che «gli insostenibili sacrifici richiesti quotidianamente continuano a non essere considerati meritevoli a livello economico né garanzia occupazionale per il futuro».