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Reperto del I sec. d. C ritrovato a Chieti durante lavori di ristrutturazione

La testa della Venere teatina di età romana

redazione
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Durante le indagini archeologiche preliminari per un progetto di riqualificazione architettonica in piazza San Giustino a Chieti, sono stati ritrovati alcuni reperti archeologici, presentati in conferenza stampa dalla soprintendente Rosaria Mencarelli.

Tra questi, emerge per bellezza e fattura  â€œuna testina femminile in marmo raffigurante Venere, con capelli ondulati e trattenuti da una tenia (fascia) sul capo in modo simile all’acconciatura dell’Afrodite accovacciata di Doidalsas (un originale greco in bronzo di metà III secolo a.C.). La piccola scultura rientra nella tradizione delle riproduzioni in scala minore di sculture ellenistiche. Ripresa anche in epoca giulio-claudia, quando Teate (odierna Chieti) vive la sua massima floridezza“. â€“ Come spiega la nota pubblicata dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti, e Paesaggio per le Province di Chieti e Pescara. E’ stata subito denominata la “Venere Teatina“. Ci sono anche indizi di una più antica sistemazione urbana di età romana, repubblicana e imperiale, una muratura abisdata, una serie di fondazioni di pilastri, un frammento di collo e treccia su nuca, una base di colonna, tanti cocci, elementi lapidei di murature medievali, una fossa granaria, un arco che metteva in comunicazione diversi ambienti, cisterne, poderose mura di epoca post classica. Un lavoro che comporterà ulteriori studi e approfondimento, ma non ci è prevista la realizzazione di un parco archeologico.

Dice la Soprintendente di Chieti e Pescara, Rosaria Mencarelli, “abbiamo fatto le opportune ricerche, saggi, indagini, rilievi. Ma non sono reperti né strutture tali da giustificare una diversa progettazione, un cambio di progetto, e lasciare a vista strutture che non hanno per la maggioranza di noi una immediata leggibilità“.

 

 

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