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Pista ciclopedonale sull'ex tracciato ferroviario, criticità nell'area di Punta Aderci

Taglioli pone l'accento sul dissesto idrogeologico: "Avevamo proposto un tracciato alternativo allargando un sentiero esistente"

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Mancata condivisione del progetto al tavolo sull’ambiente e forti preoccupazioni per il dissesto idrogeologico presente. Dopo il Ciclo Club di Vasto – che attraverso il presidente Antonio Spadaccini ha stigmatizzato i ritardi nella realizzazione della pista ciclopedonale della Via Verde nel tratto di Vasto – a manifestare timori sul percorso interno alla riserva naturale di Punta Aderci sono gli ambientalisti.

“E’ l’unico tratto della Via Verde all’interno di un’area protetta”, attacca Stefano Taglioli, ecologista e coordinatore del gruppo fratino di Vasto, “in una zona, tra l’altro, interessata da dissesto idrogeologico. Se non ci saranno fondi cospicui per gli interventi di risanamento è facile prevedere la chiusura del tratto alle prime piogge consistenti con la conseguenza che Vasto verrà tagliata fuori dal virtuoso percorso. Per superare queste problematiche avevamo proposto a suo tempo un tracciato alternativo”, prosegue Taglioli, “cioè la realizzazione di una ciclabile su Torre Sinello, lungo la strada del carcere. Questa soluzione avrebbe consentito di allargare la bretella già esistente, che è stretta e pericolosa, e permesso ai tanti appassionati di mountain bike di utilizzare ancora l’attuale sentiero naturalistico con le stesse modalità attuali”.

L’ambientalista pone anche l’accento sulla mancata condivisione dell’intervento che non è stato sottoposto al tavolo sull’ambiente, circostanza che avrebbe consentito alle associazioni di conoscere meglio alcuni dettagli del progetto, come, ad esempio, la tipologia del materiale da utilizzare.

“La terra battuta indicata dalla Provincia per il tratto in questione pare sia un misto di calce e ghiaia che, temo, avrà un impatto ambientale e visivo ben diverso della semplice terra battuta”, annota l’ecologista, convinto che si sarebbe potuto realizzare al meglio, turisticamente e naturalisticamente, quel pezzo di pista ciclopedonale che rappresenta la parte più importante della Via Verde.

Nei giorni scorsi era stato il presidente del Ciclo Club Antonio Spadaccini a puntare l’indice contro i ritardi che stanno caratterizzando gli interventi nel tratto vastese e a chiedere un energico intervento dei rappresentanti del territorio. Il cantiere è stato aperto a marzo dello scorso anno, a distanza di tre mesi dal taglio del nastro davanti al cartello che indica l’avvio dei lavori. Ma gli interventi procedono a rilento. Finora la ditta incaricata ha realizzato solo i primi cento metri di pista ciclabile, nella parte nord del litorale, lungo il vecchio tracciato ferroviario dismesso nel 2005.

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