Partecipa a Histonium.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Ambiente fluviale distrutto, la denuncia del WWF

Dopo una serie di lavori nelle vicinanze della foce dell'Osento

redazione
Condividi su:

La pubblica denuncia arriva dal WWF: “Nei pressi del ponte della Statale 16 Adriatica sul fiume Osento si assiste in questi giorni ad una scena impressionante: la folta vegetazione che lambiva il corso d’acqua è completamente scomparsa. L’azione di mezzi meccanici e motoseghe ha trasformato il fiume, fino alla sua foce, in uno squallido canale privo di ogni forma di vita animale e vegetale”.

Alberi ed arbusti, principalmente esemplari di Salice bianco e Pioppo nero, più a monte sottoposti a tutela europea dal Sito di Interesse Comunitario “Boschi Ripariali sul Fiume Osento”, sono finiti “rasi al suolo”.

L'associazione ambientalista contesta una recente opera, avallata dalla Direzione Lavori Pubblici della Regione Abruzzo, relativa alla “sistemazione spondale ed adeguamento e risagomatura dell’alveo con riapertura delle sezioni idrauliche”. A giudizio di Claudio Allegrino, coordinatore delle guardie giurate volontarie del WWF, “con queste opere distruttive la Regione ha violato le stesse regole che si è data con le proprie leggi sulla tutela dei fiumi, con il piano Stralcio di Difesa dalle Alluvioni e con la delibera di Giunta n. 494 del 30.3.2000 avente ad oggetto criteri e metodi per la realizzazione di interventi sui corsi d'acqua che ribadisce l’utilizzo di tecniche di Ingegneria Naturalistica nelle sistemazioni e che stabilisce che i lavori non debbano prevedere la distruzione della vegetazione dei fiumi, riconoscendone una funzione utile anche per la prevenzione dei danni”.

In aggiunta, Sante Cericola, esperto WWF di gestione degli ecosistemi fluviali, evidenzia che le acque dell'Osento sono classificate di qualità “scadente” secondo gli ultimi dati dell'Arta, l'Agenzia regionale per la Tutela Ambientale. “Con questi lavori la capacità auto-depurativa del fiume sembra essere stata pesantemente compromessa. Sono decenni che nelle università si spiega quanto interventi di questo tipo siano dannosi, ma purtroppo si persevera con sistemi meramente idraulici tardo ottocenteschi. Con i 500.000 euro utilizzati per ridurre l’Osento in un pericoloso canale d’acqua – conclude Cericola - si sarebbe potuto intervenire restituendo al fiume le sue golene e gli spazi inondabili per ridurre il rischio di creare un’autostrada d’acqua, come invece è stato fatto. Tutto questo avrebbe contribuito ad una graduale, seppur lenta, riqualificazione verso l’obiettivo di buono stato di qualità imposto dalla Direttiva Acque dell’ Unione Europea”.

Il WWF ha presentato una denuncia all’Autorità Giudiziaria nell'auspicio di intervenire ad “interrompere la scomparsa degli ambienti fluviali”.

Condividi su:

Seguici su Facebook