«Il sindaco Lapenna considera noi residenti nelle zone interne come cittadini di serie B». L’attacco, duro e sanza fronzoli, arriva dal sindaco di Celenza sul Trigno, Andrea Venosini, che spara ad alzo zero sul primo cittadino di Vasto.
Motivo dello scontro la soppressione della guardia medica, proprio la sede di Celenza sul Trigno.
Nei giorni scorsi il tema, delicato e spinoso, è approdato in Consiglio comunale. Tra gli invitati ai lavori anche Luciano Lapenna, che è anche presidente del comitato ristretto dei sindaci, l’organismo che avrebbe potuto impedire la soppressione della guardia medica, il quale però ha deciso di non partecipare alla seduta. Un’assenza strategica che ha mandato su tutte le furie Venosini.
«Grande assente è stato proprio il sindaco di Vasto - tuona il primo cittadino di Celenza - Lapenna, in qualità di presidente del comitato dei sindaci, avrebbe potuto se non altro coinvolgere noi amministratori del territorio interno prima di assumere qualsiasi decisione in merito al taglio della guardia medica di Celenza. L’organismo da lui presieduto avrebbe potuto salvare una sede di guardia medica tra Carunchio, Celenza e Palmoli. Per motivi squisitamente politici è stata salvata quella di Palmoli. Una scelta illogica, perché la sede di Palmoli è quella più vicina all’ospedale di Vasto, che penalizza pesantemente i residenti dell’Alto Vastese. E’ singolare che Lapenna, un sindaco della costa, debba condannare, con le proprie scelte politiche, noi che viviamo nei comuni montani. Il paradosso è che i giovani elettori di Lapenna magari sono i figli dei residenti di Celenza o di Torrebruna, cioè di quei cittadini ai quali oggi, con questa decisione sulla guardia medica, viene negato il diritto alla salute».
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