Vi riportiamo la nostra intervista ad Enzo Del Borrello che abbiamo fatto al suo frantoio. La nostra finalità non era solo conoscere come si produce l’olio ma anche capire le problematiche relative al settore più grande del mondo rurale che stiamo approfondendo a scuola.
Cosa significa lotta integrata, quali metodi si usano? Che problemi ci sono?
Il problema più importante per la produzione delle olive nel nostro territorio è la presenza della mosca olearia, che danneggia la produzione. Questo insetto è molto presente negli uliveti vastesi, perché molto vicini al mare, mentre è meno presente nelle colline vicine, per esempio di Cupello e Monteodorisio. Nella nostra azienda abbiamo deciso di fare la lotta integrata, quindi non si usano molti prodotti chimici che danneggerebbero la pianta e l’ambiente, ma si usano delle trappole, che attirano le mosche olearie con l’odore, simile a quello delle olive. C’è da parte nostra,il controllo periodico delle trappole e quando il numero delle mosche aumenta, si adopera il prodotto chimico, in modo e quantità mirate.
Qual è il processo produttivo per la produzione dell’olio?
Nella nostra azienda olearia c’è l’uso di nuovissime attrezzature innovative per la produzione dell’olio. Si parte con la defogliatrice, che toglie automaticamente tutte le foglie, poi le olive vengono lavate. C’è poi la frangitura, dove le olive vengono frantumante, poi la gramolazione, dove si forma la pasta delle olive, infine l’estrazione. In questa fase si arriva all’olio e si formano i due materiali di scarto: l’acqua di vegetazione e la sanza. L’ultima fase è la raffinazione, che consente la produzione di un olio buonissimo e molto profumato.
Quale e quanto olio producete all’anno?
Si coltivano varie specie di olive: il Leccino, il Moraiolo, il Frantoio e il Gentile, che è quello più pregiato. Hanno colori, odori diversi, ma insieme fanno un olio extra vergine di grande qualità . Ogni anno vengono prodotti in media 150 quintali di olio. Il 50% viene venduto all’estero, mentre l’altra parte nel territorio vastese.
Perché nel nostro territorio secondo lei non ci sono tante aziende agricole che usano il biologico? Quali problemi ci sono?
Il nostro territorio rurale non è fatto di grandi appezzamenti di terreno, ci sono tanti proprietari con pochi ettari di coltivazione. Questo impedisce la coltivazione biologica. Non può un solo proprietario decidere di convertirsi al biologico se non lo fanno anche i produttori confinanti. Il terreno assorbirebbe comunque le sostanze chimiche dell’agricoltura tradizionale.
Usate energie rinnovabili? Perché?
L’azienda olearia funziona pochi mesi all’anno, e quindi la spesa per l’impianto delle energie rinnovabili per noi è troppo costosa, sarebbe pari a 89.000 euro.
cosa si può fare secondo lei per evitare il dissesto idrogeologico nel mondo rurale del nostro territorio?
La cosa più importante è la manutenzione periodica delle campagne, pulendo gli argini dei fiumi, e le siepi. Ma anche e soprattutto, mantenere le coltivazioni delle aree rurali, non abbandonandole.
Quali sono i progetti che state portando avanti e quali per il futuro?
I progetti futuri sono legati a diminuire le acque di vegetazione durante la produzione dell’olio e di imbottigliare l’olio, non sono nelle damigiane, ma anche nelle bottiglie e di incrementare l’esportazione anche all’estero.
Le sostanze chimiche utilizzate dagli agricoltori oltre a inquinare le falde acquifere, possono essere pericolose per le piante stesse?
Certamente, ma soprattutto se si adoperano eccessivamente trattamenti chimici. Anche l’agricoltura tradizionale, se fatta bene, ha comunque prodotti buoni di qualità .
abbiamo studiato che le api sono indicatori biologici, cioè sono sensibili all'inquinamento.
Come sono le api nella sua azienda?
Nei nostri uliveti sono presenti moltissime api, in buona salute , e questo è determinato dalla presenza molto bassa di prodotti chimici e favorisce una buona impollinazione.
Quali difficoltà ci sono nel mondo rurale?
Il problema più grande del mondo rurale è quello economico. Non si riesce a vendere l’olio ad un prezzo soddisfacente, per poter far fronte a tutte le uscite necessarie per la produzione. Il carburante è ormai molto costoso, serve la manodopera , gli impianti di produzione costano molto. Insomma ci sono tante spese e molto lavoro!
Perché è preferibile non fare un’agricoltura intensiva ma proteggere la biodiversità con i prodotti tipici, ad esempio l’ulivo?
L’agricoltura intensiva per fortuna non è praticata nel nostro territorio. Si coltivano prodotti tipici per un arricchimento di tutto il sistema rurale. Bisogna difendere la biodiversità perché è l’unica salvezza .
La visita al frantoio di Enzo Del Borrello è stata per noi molto istruttiva. Non avevamo mai visto un processo produttivo. Siamo rimasti sorpresi dall’odore caratteristico della molitura delle olive, dal rumore delle macchine all’opera incessante, dalla meccanizzazione completa del processo. I vari addetti al frantoio hanno solo il compito di controllare il processo produttivo. Abbiamo scoperto molte cose su un prodotto tipico del nostro territorio: l’olio, delle caratteristiche, delle potenzialità e dei problemi. Ci ha fatto molto piacere la merenda che ci ha offerto il proprietario, naturalmente a base di pane e olio, merenda antica e buonissima e il piccolo omaggio, una bottiglietta d’olio, come ricordo della visita. Siamo pronti per la prossima avventura, alla scoperta del mondo rurale del nostro territorio!
Classe quinta C e quinta D, scuola primaria Spataro, Ist. Comprensivo n.1 - Vasto