Arriva il Natale e con esso si ripresenta, puntualmente, una problematica già sollevata lo scorso anno, quella legata alla tradizione dell'albero addobbato. Non si tratta della sterile polemica tra l'abete, più laicista e legato alle tradizioni del Nord Europa, e il presepe, simbolo cristiano e più tipicamente italiano, ma di qualcosa di più serio, perché entra in gioco il rispetto per la natura e la tutela ambientale. Nelle piazza delle città e anche nei piccoli centri dell'interno, fanno bella mostra di se gli alberi di Natale, addobbati e illuminati a festa. Centinaia di abeti, pini e altri alberi simili abbattuti selvaggiamente e arbitrariamente a colpi di ascia, presumibilmente senza alcuna autorizzazione, per essere utilizzati, solo per qualche settimana, per abbellire le piazze e le strade delle città , per creare atmosfera. Una pianta, un organismo vivente, impiega decine di anni per crescere, poi arriva il Natale e viene barbaramente abbattuta, per un utilizzo effimero e criticabile. Sarebbe interessante sapere quanti degli alberi di Natale allestiti in questi giorni, sia dai privati cittadini nelle proprie abitazioni, ma soprattutto dalle amministrazioni pubbliche, magari proprio dagli assessorati al turismo o all'ambiente, provengano effettivamente dai vivai. Preferiremmo sbagliarci, ma siamo abbastanza certi che la maggior parte di essi provenga invece dai boschi dell'Alto e Medio Vastese, dalle pinete del nostro territorio, stupende piante abbattute in ossequio ad una civettuosa e consumistica tradizione pagana. Qualcuno potrebbe prendersi la briga di andare a controllare l'effettiva provenienza degli alberi di Natale, almeno quelli esposti pubblicamente nelle piazze delle città e dei paesi, ma nessuno lo farà , perché a Natale, si sa, siamo tutti più buoni. E intanto, ogni anno, il selvaggio disboscamento abusivo continua. Buon Natale.