Il prestigioso settimanale sportivo italiano ''Guerin Sportivo'' dedica due belle pagine al suo interno al giovane centrocampista della Pro Vasto, Riccardo Cazzola. Riportiamo di seguito l'articolo a firma di Giuseppe Bove, inserito nella rubrica ''Under the top'', incentrata sui migliori giovani talenti del calcio nostrano.
Per tutti resta Pollicino. Ma è cresciuto. Tanto. Passando in pochi anni dal metro e settanta abbondante ai 189 centimetri attuali. A Riccardo Cazzola, ventenne centrocampista della Pro Vasto, uno dei pezzi pregiati di tutta la C2, è rimasto però quel nomignolo che gli affibbiarono nelle giovanili del Verona. ''Magari fossi stato così all'epoca - racconta con tono ironico Cazzola -. La statura purtroppo ha condizionato l'inizio della mia carriera. Con i piedi e la testa ero quello di oggi, ma al Verona decisero che non avevo il fisico e mi fecero il foglio di via a soli quindici anni, quando giocavo negli Allievi gialloblù. Ci rimasi un po' male, ma mi feci coraggio da solo, anche grazie all'aiuto di papà che in gioventù si è cimentato in atletica nella corsa. 'Pedala e vedrai che prima o poi arrivi' mi diceva. Non che adesso sia arrivato chissà dove, però, dopo essere scartato dal Verona, e aver girato in Eccellenza nel San Zeno, un po' di strada credo di averla fatta. E a me, per il momento, va bene così, anche se naturalmente spero di salire ancora qualche gradino''.
Due stagioni in Eccellenza, da mediano di razza, mentre metteva su chili e centimetri. E mentre a Verona cominciavano a mordersi le mani, qualcuno segnalò quel lungagnone che scorrazzava sui campi dilettantistici del Veneto a Luciano Gaucci che all'epoca dell'improvvisa maturazione fisica di Cazzola aveva il controllo di tre società (Catania e Sambenedettese, oltre al Perugia).
''Nell'estate del 2003 mi ritrovai così al Perugia, in ritiro con la prima squadra allenata da Serse Cosmi e in odore di calcio vero. Un sogno, ma anche l'inizio di un valzer che mi portò prima alla Sambenedettese, in C1, dove ho disputato tutto il girone di andata, e a gennaio di nuovo a Perugia, perché c'era da fare il torneo di Viareggio. Molta Primavera, nessuna apparizione in serie A, ma un'esperienza comunque positiva''. Le sorprese, questa volta però in negativo, non erano finite. Storia dell'anno scorso. Il Perugia manda Riccardo alla Pro Vasto per un ulteriore tirocinio tra i professionisti. Il campionato va bene, il tecnico Silipo lo affina e Cazzola si conferma come uno dei giovani più interessanti di tutta la serie C. Di mezzo c'è però una comproprietà che la Pro Vasto ha fatto valere non appena il Perugia si è visto svincolare d'ufficio tutti i suoi tesserati dopo la mancata iscrizione al campionato (conseguenza del crack finanziario che in questi giorni ha portato alla ribalta della cronaca giudiziaria la famiglia Gaucci). Non fosse stato per questa questione, che ha intralciato i piani di mercato del giocatore, Cazzola già quest'anno giocherebbe almeno una categoria sopra. ''A Vasto sto bene - precisa il diretto interessato -. In effetti c'è stato l'interessamento di qualche società di C1, ma alla fine la dirigenza biancorossa, una volta riscattato tutto il mio cartellino, ha preferito tenermi. In fondo un altro anno in C2 non mi farà male''. La pensa allo stesso modo il tecnico abruzzese Danilo Pierini, pronto a scommettere sulle qualità di Cazzola. ''Un calciatore del genere è destinato a fare strada. Fin da ora potrebbe dire la sua perfino in serie B, dove anche il solo fatto di allenarsi con gente più esperta lo aiuterebbe a crescere. Alla Pro Vasto, purtroppo per lui, è il più vecchio (se così si può dire di un ventenne) del reparto e non ha al fianco quella guida, quel punto di riferimento che lo farebbe maturare più in fretta. Dotato di buona personalità , non riesce ancora a sfruttarla al massimo: dovrebbe, ad esempio, tentare più spesso il tiro a rete, visto che è bravo negli inserimenti sotto porta, e azzardare qualcosa nell'impostazione, senza limitarsi alla giocata o all'appoggio più semplice, perché ha le caratteristiche giuste per farlo. Piccoli dettagli, la verità è che, a vent'anni, di gente così se ne vede poca in giro''. ''Pollicino'' raccoglie gli apprezzamenti, ma preferisce mantenere un profilo basso: ''Che si parli bene di me, fa piacere, ma se gioco in C2 è segno che per ora valgo questa categoria. Meglio lasciar perdere le voci di mercato (a gennaio si era parlato con insistenza dell'interessamento addirittura di un club di A, ndr) e rimanere concentrato sul campionato. Anche perché il girone C propone sfide sempre accese, specie su campi caldi come quelli di Castellammare, Manfredonia, Nocera, ambienti che sotto il profilo caratteriale svezzano subito. Prima viene la Pro Vasto, cui devo molto, senza la smania di dover fare per forza il salto di qualità . E poi avete sentito cosa dice il mister: se non miglioro in fase offensiva non vado lontano''. Evviva la sincerità . La stessa che gli fa promettere a mamma e papà , che fanno la spola tra Verona e Vasto, un maggiore impegno nello studio, visto che è iscritto ancora al terzo anno di ragioneria. Da mediano a tutto campo, vorrebbe imparare a correre anche tra i banchi di scuola.