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Campionati di categoria verso la seconda fase: tante difficoltà, ma grande voglia di ripartire

Parla il presidente del Comitato territoriale Fipav Abruzzo Sud-Est Mattia Di Gregorio

redazione
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Al via la seconda fase dei campionati di categoria, femminili e maschili, nella quale parteciperanno 77 squadre.

Nella prima fase hanno partecipato solo alcune formazioni, mentre in questa si entrerà nella parte viva della stagione 2020/2021. Purtroppo, si registrano “perdite” importanti per il movimento per via della pandemia. Mancano impianti, molte società sono state costrette a ritirare le squadre e molte famiglie hanno preso la decisione più difficile, cioè quella di non far riprendere l’attività sportiva ai propri figli.

Alcuni campionati sono stati sospesi, come ad esempio la Prima, Seconda e Terza Divisione solo per fare un esempio della gravità della situazione. Ad oggi in ogni caso si svolgeranno 11 campionati di categoria (5 femminili e 6 maschili) per quanto riguarda il territoriale Sud-Est.

C’è preoccupazione, ma al tempo stesso c’è tanta voglia di ripartire nel miglior modo possibilespinti dalla passione e dall’amore per lo sport, come testimoniano le parole del presidente del Comitato territoriale Fipav Sud-Est Mattia Di Gregorio: “Finalmente qualcosa si muove. Le associazioni del territorio, tra mille difficoltà e giuste paure, hanno davvero fatto di tutto per non mollare e cercare di garantire un futuro sportivo ai nostri tesserati. Lo stesso, purtroppo, non può dirsi per la pubblica amministrazione che, quando è troppo distante dalle esigenze dei cittadini, arriva ad assumere atteggiamenti incomprensibili e a trincerarsi dietro soluzioni che, in realtà, soluzioni non sono. E’ il caso della “questione impianti sportivi” che coinvolge, purtroppo, entrambe le province di Pescara e Chieti.

Nel primo caso, tutte le palestre provinciali non sono mai state assegnate e tutt’ora ne è assolutamente impedito l’utilizzo, anche quando le scuole sono chiuse; nel secondo caso, l’ente ha stilato un protocollo di sanificazione a mezzo di società specializzate (adempimento non richiesto in nessun esercizio pubblico) che di fatto rende impossibile fruire delle strutture per eccessiva onerosità. Anche il Coni – conclude Di Gregorio – è stato investito della questione, ma ad oggi non si registrano soluzioni concrete. E noi siamo fermi, con gli impianti vuoti”.

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