In questo periodo molto particolare che stiamo vivendo il podista-maratoneta, ovvero colui che ha sempre interpretato la corsa non solo come svago quotidiano (come vogliono farci credere i nostri detrattori) ma come esercizio fisico costante basato sulla disciplina e soprattutto sulla resilienza (quella forza interiore che ci ha fatto sempre superare i limiti ed arrivare al traguardo ottenendo dei risultati impensabili a priori) ha il dovere di applicarli oggi, in queste giornate nelle quali siamo chiusi in casa con i nostri familiari per metterli a disposizione di chi sta vicino a noi e per le persone più deboli.
Pertanto, noi esercito di podisti, più che lamentarci di non poter andare a correre all’aperto, più che “fare i criceti” nei nostri giardini/garage/case, cioè correre in spazi ristretti, piuttosto che essere polemici con il politico di turno che avvalora o toglie qualche punto dell’ultimo Decreto, abbiamo questo obbligo morale di aiutare chi non ha la nostra stessa forza d’animo, quella forza che ci ha permesso più volte di raggiungere obiettivi apparentemente irraggiungibili e quella forza che ci ha fatto percorrere chilometri e chilometri senza mai mollare!
E come dice uno dei guru della corsa A. Rock” Cambiare abitudini è molto difficile; la vita scorre troppo in fretta. Vi ricordate quel mondo frenetico nel quale mentre eri impegnato in un’attività avevi in mente altri impegni ed altri luoghi? Pensavate di controllarlo quel mondo; in realtà era lui che controllava voi. Era una vita talmente veloce da non rendervene conto. Siete passati da una cosa via l’altra all’immobilità sbigottita. La vita governata dall’orologio fatta a pezzi da un nemico invisibile. Adesso bisogna allenare corpo e mente ad aspettare. Temprare lo spirito, allenarsi ad avere più pazienza. Anche la guarigione è una questione di tempo. Nulla dura per sempre… nemmeno il virus, che come il cattivo dei film western ci ha cambiato la vita. Adesso bisogna fare la cosa giusta: combatterlo, perché tutti corrono continua a leggere