Si sono separate le strade tra la Vasto Basket, fresca di salto di categoria in C Gold, e coach Giovanni Gesmundo.
Il tecnico pugliese ha voluto salutare squadra, società e ambiente sportivo locale con la lettera che di seguito pubblichiamo.
"Per descrivere il turbinio di emozioni che ho provato durante la mia scelta ci vorrebbe uno scrittore professionista ed io non lo sono. Ma mi piace scrivere una storia…
Sono arrivato 2 estati orsono, a Vasto, alla mia prima esperienza fuorisede, senza sapere cosa avrei trovato, con chi avrei vissuto, come mi sarei sentito. Ho trovato da subito un gruppo dirigenziale voglioso di risalire la china, ma anche timoroso per via delle scorie di un paio di nefaste annate. Mi ricordo ancora le prime sensazioni dopo la sconfitta, netta, a Pineto all’esordio, i timori e le incertezze per il futuro. Poi una lunga cavalcata fino alla finale inaspettata contro Magic Chieti. Ricordo ancora le facce degli spettatori alle prime gare (si perché potevi contarli) e il palazzetto coinvolto nella finale.
Quest’anno, in accordo con presidente e staff ci eravamo detti che la C Gold era la nostra dimensione minima e che non potevamo fare peggio dell’anno prima per rispetto dell’entusiasmo ricreato, per la risonanza mediatica suscitata, per via della nostra organizzazione e professionalità . Ecco che prende forma la squadra, lo staff e le dichiarazioni forse rischiose, ma volevamo che tutti sapessero, a partire da noi sul campo, che l’obiettivo, quest’anno, era quello di vincere il campionato. Ed ecco le prime buone indicazioni dalle amichevoli estive, l’amalgama che si crea, le prime vittorie roboanti, fino al record storico di 18 vittorie consecutive e l’imbattibilità assoluta in campionato.
Qui iniziano le difficoltà , una marea di infortuni che minano la qualità degli allenamenti e il loro ritmo, ma acciuffiamo il primo posto nella fase orologio e cominciamo finalmente i playoff. Proprio le difficoltà cementano il gruppo; passiamo incerottati 2-0 contro Jesi, poi contro Recanati 2-1 con una gara 3 sontuosa. Ecco la finale, di fronte il Mosciano, loro in grande forma, noi alle prese con assenze, ginocchi infiammati, caviglie slogate,stiramenti e malattie, ma i ragazzi danno tutto a questo progetto, anche la propria salute.
Subito una delusione! Sconfitta in casa in Gara 1, la Vasto Basket è spacciata... dicevano. Non noi, amici, non questi uomini! Vinciamo gara 2 in grande rimonta, perdiamo la prima da loro ma poi, il capolavoro in gara 4, vittoria decisa e di personalità .
Si arriva a gara 5 partita tesa, PalaBCC stracolmo; prima noi bene poi loro, poi noi, poi si spegne la luce , meno 1 una manciata di secondi dalla fine. 'Ditto per Vins, si butta dentro, sbaglia, la mano di Goran più in alto di tutti... delirio! Siamo campioni, siamo promossi. Non mi sembra ancora vero, esperienza totalizzante, che ci ha estenuati mentalmente prima ancora che fisicamente. Sono follemente innamorato della Vasto Basket. Mi hanno tutti da subito adottato, fatto sentire a casa, provato ad accontentarmi. Ho stretto rapporti che non si cancelleranno mai, amicizie fraterne, il PalaBCC per me è casa.
Non voglio fare nomi perché siete troppi, ma veramente porterò tutti nel cuore e appena potrò, tornerò a salutarvi. Il mio tifo per questo progetto è sicuro ed anche, qualora me lo richiedano, il mio aiuto.
Un grazie speciale va ai miei giocatori per avermi sopportato e supportato, ed a tutti coloro che sono stati maggiormente a contatto con me in questi anni.
Ho scelto con la morte nel cuore di accettare una proposta che potrebbe essere un grande trampolino di lancio per la mia carriera. Lascio quella che sento la mia seconda casa. Sono follemente innamorato di Vasto città , del suo panorama, del suo centro storico, delle sue spiagge e della sua cucina.
Ma lascio con la consapevolezza di aver dato tutto me stesso a questo progetto e, nel mio piccolo di aver accresciuto l’ambiente. Lascio con la speranza di aver lasciato una buona opinione sia come coach ma soprattutto come uomo.
La Vasto Basket continuerà a volare, non mi piace dire addio, quindi… arrivederci Vasto, chissà che in futuro non ci riabbracceremo.