Il Vallone dei 100 Diavoli
Da San Salvo (CH) a Mafalda (CB) A/R
Prima escursione del Programma attività Abruzzo IN BIKE 2017 aperta ai soli iscritti maggiorenni, chi non è iscritto ad Abruzzo IN BIKE ASD portà eventualmente partecipare previo pagamento iscrizione all'uscita da effettuare prima del 27 Gennaio al costo di €. 10,00.
I non iscritti che parteciperanno saranno seguiti ed accompagnati dalle nostre Guide dell'Accademia Nazionale di Mountain Bike.
Località di partenza: Parcheggio impianti sportivi Ripalta San Salvo (Ch)
Località di arrivo: San Salvo (Ch)
Lunghezza: 45 Km circa
Tipo: anello
Tempo di percorrenza 5 ore circa escluso soste
Dislivello Complessivo: 973 mt.
Difficoltà: MC+/BC++
Terreno: asfalto 40% sterrato 60%
Ritrovo Ore 8,00 partenza ore 8.30
Obbligo uso del casco, consigliato guanti, occhiali.scorta d'acqua
Per info e prenotazioni 0873568880 - info@abruzzoinbike.com - @abruzzoinbike
EQUIPAGGIAMENTO CONSIGLIATO
Zaino MTB, Caschetto MTB, Scarpette da MTB, Giacca a vento impermeabile, Guanti, Occhiali, Pompa, Leve per copertone, Gonfia e ripara (non solo per le tubeless), 2 Camere d’aria di scorta, Ricambio completo, Barrette energetiche, miele o integratori, Pranzo a sacco, Acqua
Descrizione
Giro di media difficolta in quanto abbiamo un dislivello di 973 metri con appena 450m di altitudine e pendenze importanti fino al 16% a salire e 23% a scendere con una fantastica discesa tutta su pista battuta abbastanza disconnessa con presenza di tratti con canali scavati dall’acqua, rami e fondo sdrucciolevole di 3,5km ed un single track a tratti veloci con l’ultima parte impegnativa per la pendenza.
Il percorso
Si parte dal parcheggio della pista di atletica di San Salvo situata a sinistra (venendo da Nord) lungo Via Montenero prima della rotatoria che porta al supermercato Lidl, da qui si va verso Mafalda percorrendo strade interpoderali tutte con ottimo fondo o con asfalto fino a raggiungere Mafalda dopo circa 19,500 Km quasi tutti di salita, con i primi 11 KM con dislivello medio 2,2%/-2,1% e gli ultimi 8,500 KM con dislivello medio 5,7%/-2,7% max 17,8%/-7,3% fino a raggiungere quota 450 situato dietro il cimitero di Mafalda dove comincia la discesa lunga 3,5km con dislivello medio 2,5% / -11,5% max 7,4%/-27,8%, attenzione (l’inizio della discesa porta ad andare veloci non lo fate; poi sarà molto difficile fermarsi) appena si entra nel bosco nella prima discesa dove a circa meta dove troviamo un canale al centro pista si svolta a sinistra per un pezzo in singol trek continuando si arriva al fiume Trigno dove si risale sulla sinistra e si prende una carrareccia che sale con dislivello medio 8,0% / -5,73% max 16,9%/-17,2% fino a superare un casolare sulla sinistra e giunti al 27° Km del percorso si gira a destra per riscendere dentro il bosco seguendo il tracciato per circa 2 Km con dislivello medio 7,9%/-11,1% max 19,6%/-27% si arriva alla fonte dove ci si può rinfrescare (acqua potabile), a questo punto si prende la via del ritorno percorrendo dapprima una carrareccia che costeggia il fiume Trigno di circa 14 Km e poi una strada asfaltata per circa 3 Km con dislivello totale medio 1,4%/-1,3% max 7,5%/-6,6% fino a raggiungere il punto di partenza.
Conosciamo il territorio
La riserva dell’Oasi dei Cento Diavoli si trova ad un’altitudine media di 150 m. s.l.m., il cui bacino idrografico di riferimento è quello del fiume Trigno con orientamento da sud-ovest verso nord. I terreni interessati per la protezione naturalistica sono per lo più di proprietà pubblica e interessano le aree di Ripa Vecchia, Ciociare, Colle Serracina, Colle San Valentino e Colle Mariano. Da un punto di vista naturalistico l’ambiente è molto interessante perché si è preservato da un degrado diffuso non essendo stato intaccato dalle attività umane quali cave, viadotti, strade asfaltate, insediamenti industriali e produttivi. Il territorio interessato si sviluppa in un area boschiva, alternata a seminativi con ampie zone aperte e qualche casa rurale, un’elevata eterogeneità fitocenotica che vede la presenza di diverse formazioni forestali, di macchia, di gariga, oltre a seminativi e coltivazioni arboree come frutteti e uliveti. La zona si presenta interessante per tutti coloro che hanno un interesse per contesti ambientali incontaminati unitamente all’attenzione per insediamenti urbani che conservano tipicità di tipo agricolo e rurale e un tessuto sociale ancora basato sulla qualità del rapporto umano. Lago “Mizzittaro”. Sotto il colle di Ripalta Vecchia, si trova un laghetto (lago Mauro), meglio conosciuto come “Lago Mizzittaro”, probabilmente di origine vulcanica. Una legenda narra che questo lago sia molto profondo, alcuni pensano che sia collegato con il mare; si racconta che dopo un maremoto nei dintorni del lago siano stati ritrovati dei pesci, cosa molto strana in quanto il lago si trova a circa 300 mt s.l.m.; altri raccontano altresì che vi siano finiti dentro un carro con i buoi ed il padrone dello stesso dei quali però non vi è stata più traccia. Fossa delle Morge. Scendendo verso il fiume Trigno, troviamo la “Fossa delle Morge“, una grotta molto grande dove si rifugiavano gli abitanti del vecchio centro quando venivano attaccati dai saccheggiatori. Il paesaggio offre allo sguardo una piacevole sensazione di rilassamento, uliveti secolari, boschi di quercia secolari, vallate piene di verde, colli, sorgenti. l territorio di Mafalda è ricco di paesaggi simili ma diversi. Eppure muoversi nelle “Terre di mezzo”, cioè spostandosi da un’area a quella successiva, può sorprendere il visitatore. La ricchezza orografica e la prosperità vegetazionale creano “stanze” e paesaggi sempre inaspettati. Da luoghi chiusi si passa ad orizzonti illimitati, da zone d’ombra si giunge a terreni aridi, i colori stessi variano oltre che con le stagioni anche con la distanza. L’antico nome di questo paese fu “Ripalta sul Trigno” (Ripa alta). Sicuramente l’abitato assunse tale nome poichè collocato su di un colle all’altezza di m. 436, non lontano dal fiume Trigno. Nell’epoca Angioina (1266-1442) il territorio assunse la denominazione di “Trespaldum“. Rimase disabitato nella prima metà del secolo XV; rifiorì nella seconda metà dello stesso secolo grazie agli Evoli, signori feudali, i quali chiamarono gli slavi a coltivarne i terreni. Con R. D. 7 ottobre 1903, il Comune fu autorizzato a mutare il proprio nome antico di “Ripalta sul Trigno” in quello attuale di Mafalda, omaggio alla principessa omonima (secondogenita di Vittorio Emanuele III), nata a Roma il 19 novembre 1902. Il borgo fu feudo della famiglia d’Alitto di origine normanna che iniziò ad emergere nell’età Angioina. Non essendovi un documento che possa attestare l’epoca in cui questa famiglia fu titolare del luogo, si può solo supporre che essa ne fosse signora dalla seconda metà del secolo XIII alla prima metà del secolo successivo, ovvero nell’epoca di Carlo II e di Roberto D’Angiò. Nel 1457 Alfonso I d’Aragona concesse Mafalda in feudo ad Andrea D’Evoli.
All’inizio del secolo XVII Mafalda venne acquistata da Alfonso Piscicelli a cui seguirono i Caracciolo e i Coppola, duchi di Canzano (1670-1700), signori fino all’eliminazione della feudalità. Il paese mostra la sua origine medievale, chiara nei tratti architettonici della chiesa di S. Andrea Apostolo e del Palazzo Juliani.