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Riparte la Vastese, l'analisi di Gabriele Cerulli

Serie di considerazioni sul piano societario e tecnico

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A poco dall’inizio del campionato e dopo i mesi infernali che mi hanno visto per alcuni periodi protagonista di un eventuale passaggio di consegne dall’attuale gruppo ad uno nuovo, mi sento in dovere di fare il mio personale in bocca al lupo alla Vastese Calcio tutta, compresi i transfuga della conferenza stampa tenutasi nella splendida location (volutamente così fuori mano per evitare o limitare contestazioni?) dell’azienda vitivinicola Del Casale.

Ecco, nelle tante belle parole pronunciate dal presidente Giorgio Di Domenico, forse ne è mancata qualcuna di autocritica nel tentativo di cercare un riavvicinamento con l’ambiente. Come se l’anno scorso non fosse successo niente di cui scusarsi, come se in sei mesi di trattative varie il comportamento di questa società fosse stato inappuntabile. Come se l’assenza odierna di Antonio Prospero e Luigi Salvatorelli potesse far credere a qualcuno meno attento che veramente non hanno più nulla a che fare con il calcio biancorosso.

Le richieste del presidente, alla città e all’amministrazione comunale non farebbero una piega in una città normale quale Vasto non è. Ai tifosi, che non sono i 200 degli ultimi anni, bisogna solo dare dare dare, e fin qui di cose che i tifosi auspicherebbero per poter guardare lontano con fiducia non ce n’è neppure l’ombra. Semmai trapelano nelle richieste di Di Domenico che non può far finta di parlare con Luciano Lapenna come se si rivolgesse ad un primo cittadino dalla posizione di un qualunque cittadino. Sono amici, sono molto amici. Loro, e con Antonio Prospero sono tre amici, ragion per cui senza scomodare stampa ed enfatiche promesse potrebbero andare a cena e concordare una programmazione seria per il futuro, magari anche con il patron del Vasto Marina Pino Travaglini ed eventuali altri imprenditori.

Voglio dire, se vogliono fare i fatti, li possono fare. Non c’è bisogno di mandare messaggi da una conferenza stampa che definire atipica è un gesto d’amore da parte mia verso il vessillo biancorosso. La conferenza stampa rappresenta un momento d’incontro tra società, stampa e ambiente. Deve essere un momento di comunicazione, di chiarimenti eventuali, di verità. Se sulla questione Rufini il presidente risponde che non ne sa niente, è chiaro che al tifoso può arrivare solo un messaggio negativo. Chi dovrebbe saperlo altrimenti? Portare in una conferenza stampa anche le sagome che si usano in allenamento per le punizioni per nascondere la totale assenza della società attiva, cioè di chi la finanzia, non è un messaggio positivo. E chiaramente non vuole essere un’offesa per i presenti, che non centrano nulla, sono stati chiamati, quindi, sono andati. Ma cosa centrano gli allenatori della juniores ed il segretario (l’onnipresente buon Dino) ad una conferenza stampa di presentazione della stagione? Per non parlare della rivendicazione delle 18 ore di lavoro al giorno senza retribuzione… Da che mondo e mondo un presidente dovrebbe finanziare e non rivendicare un impegno gratuito, ma come dicevo prima Vasto una città normale non è.

Parlare di spending review, dopo quello che è successo l’anno scorso, e proporre una squadra di tutto rispetto come quella che si va componendo, dove sono diversi anche i giocatori che necessitano di vitto e alloggio a differenza degli ultimi due anni, sa di presa in giro per gli addetti ai lavori e per tanti giocatori, come ad esempio Carlo Triglione cui andrebbe una menzione di merito e non una sottile freddura di basso profilo.

Di quanto costi questa squadra non importa a nessuno, i conti ve li farete alla fine. E ce li faremo, se ne avremo voglia.

A chi comunque malato è, come il sottoscritto e tanti altri, c’interessa un buon campionato senza nessuno impegno da parte di nessuno, poiché nulla è stato piantato per aver fiducia nel futuro. Chiediamo solo sangue e sudore ai ragazzi, ed il minimo sindacale di rispetto degli impegni presi. Questa, però, è una rosa più che dignitosa alla luce del netto ritardo con cui è stata allestita, magari cortina, degustibus. Dal portiere Leo che vale doppio per aver vinto già due campionati da titolare con Andria e Manfredonia e per essere ancora un under (94), al faro Michele D’Ambrosio. Dall’esperienza di Corbo  e Spagnuolo, che ha pure sete di riscatto, alla qualità di Soria e Piscopo. Ci sono giovani bravi come D’Adamo, Balzano e De Vita su tutti, e la scommessa di Edison Dema, un centravanti che ha le capacità per affermarsi dopo discrete  stagioni a Celano in serie D. Mister Precali dice che manca qualcosa a centrocampo ed avrà i suoi validi motivi, io noto una X in difesa, ma non è che poi si rischia di andare troppo lontano?

C’è anche la cabala, o i corsi e ricorsi storici ad accendere la fantasia dei più attenti. Alla 34esima ed ultima giornata ci sarà Vastese-Avezzano. Sulla carta i giochi dovrebbero essere già finiti, ma parlavamo di altro e allora perché non tener conto di una possibile vendetta del 19 giugno ’94 quando all’ultima giornata i marsicani conquistarono all’Aragona vittoria e salvezza con gol di Orocini? E come non tener conto di un’altra beffa: quella di Luigi Morgante, tecnico dei biancoverdi, autore del gol “assassino” al 95° nello spareggio di Celano (’06-’07) che ci costò la retrocessione in serie D…Chiudo rinnovando il più sentito in bocca al lupo a tutti i protagonisti, sia da giornalista che da tifoso, in particolare a mister Precali che a pelle mi piace molto. In pochi hanno il coraggio di fare dichiarazioni come quella sui genitori dei ragazzi, che troppo spesso nello sport costituiscono il primo ostacolo per i figli stessi.

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