La vittoria del Cupello contro l’Avezzano, mercoledì in Coppa Italia, apre scenari dapprima quasi snobbati nel match con la Virtus all’Aragona, ora quasi irrinunciabili.
Il 4 dicembre alla Vastese basterà uscire indenne dal Dei Marsi per guadagnare l’accesso in finale contro una tra San Nicolò, Alba Adriatica e Francavilla, con la capolista di campionato favorita sulle rivali.
Due partite in Abruzzo, due negli ottavi, due nei quarti e si arriva in semifinale dove con un pizzico di fortuna si rischia di trovare due o tre squadre già promosse nei rispettivi campionati. Sei partite, dunque, otto al massimo, e se siamo sfigati da morire arriviamo a dieci in gare di andata e ritorno. Solo dieci gare da preparare in cinque mesi e mezzo. Un invito a nozze anche per una società che vorrebbe risparmiare qualcosina sul budget previsto, di partenza niente affatto robusto, pur provando a rinforzare la rosa.
Sembrerebbe un contro senso o un azzardo, invece è fattibilissimo anche questo strumento ancorchè collegato alla scelta di puntare tutto o quasi sulla Coppa Italia. La rosa è ampia e di giocatori con poco spazio o ritenuti non adatti al tipo di gioco di Mario Lemme, ce ne sono diversi. Intanto, uno è già stato messo alla porta: Antonello Spagnuolo. L’esperto centrocampista e difensore campano c’è rimasto male, ma pare abbia riconosciuto che il rendimento non sia stato all’altezza della sua carriera maturata principalmente in tante stagioni di serie D. Ha salutato dispiaciuto e commosso i compagni ed è andato via. Noi lo ringraziamo per questo comportamento da grande professionista, in un calcio che sembra vivere nella morsa del punteruolo rosso dicembrino, mese delle svolte di fronte agli orizzonti guadagnati in classifica. Una tristezza unica, di cui questo sport pare non possa più fare a meno in tempi di magra galoppante.
Ci pensi su bene Antonio Prospero, questa è una opportunità da non cestinare nella maniera più assoluta. E’ vero che non si è partiti con l’obiettivo primario della vittoria del campionato, è vero che il pubblico non risponde con grande entusiasmo (al pari dei risultati), ma è pur vero che i play off rappresentavano un obiettivo minimo da garantirsi, pur senza fare i conti con una regola che definire scellerata è un eufemismo. Tra la seconda e la quinta classificata almeno dieci punti di distacco ci saranno sempre. Non a caso, con la regola in vigore da due anni, non ci sono stati spareggi e l’anno scorso non hanno disputato la finale regionale nemmeno la seconda e la terza, anch’esse distanziate da oltre dieci punti.
Colpa, si fa per dire, del Vasto Marina di Massimo Vecchiotti che tre anni fa in Promozione dovette disputare gli spareggi nonostante avesse distanziato la quinta di 34 punti. Ma per la Maiella, c’è differenza abissale tra 34 e 10! Pensaci bene Tonino, pur senza disdegnare il campionato, l’obiettivo serie D attraverso la Coppa Italia è un boccone tropo goloso da farsi sfuggire con leggerezza. E quando li recuperi 11, 12 punti dalla vetta? Certo, se si comincia a fare filotti di risultati ce la giochiamo fino alla fine, ma la Coppa Italia deve avere priorità ! Nei prossimi giorni potrebbero esserci novità sul fronte arrivi, in pole position un uomo di grande esperienza e qualità ed un under griffato. I ruoli? Meglio non dare alibi a nessuno, all’Aragona arriva una signora squadra, il Pineto, che tradizionalmente sul nostro campo fa sempre bene e ci sembra più che mai deciso a non far fuggire in solitudine San Nicolò ed Avezzano. Che siano arrivi di buon auspicio per voltare pagina dopo le delusioni di questa prima parte di stagione e che sappiano indirizzare sulla strada giusta gli obiettivi della società .