Si è tenuto a Porto San Giorgio, dal 25 al 28 gennaio 2007, il raduno della Nazionale di pallacanestro maschile categoria ''Under 16''. All'appuntamento è stato presente l'atleta vastese Antonello Ricci, sul quale sembra che ormai coach Gaetano Gebbia, con le continue convocazioni, abbia puntato con decisione in vista degli Europei del 2008. Ricci, 14 anni, è alto 1,88 m. e gioca attualmente, con ruolo di play/guardia, nella Scavolini Pesaro, squadra arrivata prima nel girone A del campionato regionale Under 16 ''Eccellenti'' delle Marche. Ad Antonello abbiamo posto alcune domande. Come è nata la passione per il basket? ''Sin da quando ero piccolo ho avuto il desiderio di giocare a pallacanestro. Ho fatto anche dei provini con alcune società giovanili di calcio, ma, nonostante le forti pressioni ricevute, ho ardentemente preteso di frequentare una scuola di basket. In questo sport, viene esaltato il rispetto nei confronti degli avversari e degli arbitri. Praticamente non esistono le proteste, ci si deve autoaccusare in caso di fallo commesso e non sono consentiti falli volontari e violenti (esiste il cosiddetto fallo antisportivo)''. Quanto hanno inciso gli allenatori nella tua crescita sportiva? ''Tantissimo. Ho avuto la fortuna di incontrare persone preparate ed amanti della pallacanestro. Ad iniziare dal mio primo allenatore, Maurizio Laudadio, che mi ha insegnato, con pazienza, le tecniche di base ed i fondamentali della pallacanestro. Per molti anni ho poi seguito gli insegnamenti di Fausto De Felice, dal quale ho imparato ad affinare i miei movimenti e, soprattutto, ho tratto una lezione importante per la vita in genere: mai esaltarsi troppo quando le cose girano per il verso giusto; mai abbattersi e diventare rinunciatari in caso di eventi negativi. A Chieti ho incontrato Pino Di Paolo, un allenatore giovane, ma preparatissimo. Attualmente, il mio coach è Enzo Belloni, che guida con sapienza ed equilibrio una squadra, la Scavolini, imbottita di forti individualità . Ma devo molto anche ad altri allenatori che ho incontrato in diverse occasioni: da Mimmo Trivelli a Claudio Capone, da Giorgio Salvemini a Gaetano Gebbia.'' Come ti trovi a Pesaro? ''Ho trovato un ambiente eccezionale. Compagni e dirigenti mi hanno accolto benissimo. A Pesaro si vive di pallacanestro e la città si sta riprendendo dopo la delusione subita a causa di problemi che hanno fatto scomparire dalla serie A la prima squadra. Attualmente, la Scavolini è seconda in serie A2 ed ha buone chances di tornare, già da quest'anno, in A1. Anche con le squadre giovanili si hanno buone possibilità di successo. La mia squadra è imbattuta e, recentemente, ha vinto il torneo nazionale di San Lazzaro, nel quale erano presenti le più forti formazioni Under 16 d'Italia. E poi, con Vasto, che ho sempre nel cuore, Pesaro condivide alcune importanti caratteristiche: il mare Adriatico, la spiaggia e... il colore biancorosso della maglietta''.