Quando si parla di ragazzi che portano in alto, sportivamente parlando, il nome di Vasto la mente corre subito verso le due ruote in direzione Andrea Iannone, il giovane fenomeno vastese attualmente impegnato nel motomondiale in Moto 2. A lui tutti sono molto affezionati, spesso ci ha fatto emozionare, e la speranza è che lo faccia ancora nei mesi e negli anni a venire.
In giro per lo Stivale però non c’è solo Andrea a far parlare di Vasto ma a 130 km da noi un altro giovane vastese ha fatto parlare di sé nella stagione sportiva appena conclusa. Stiamo parlando di Antonello Ricci, vent’anni compiuti un mese fa, playmaker della Tercas Teramo impegnata nel campionato di A1 di basket.
La carriera è partita proprio dalla sua Vasto, cresciuto a pane e basket ha incrociato nei suoi passaggi quasi sempre il biancorosso, con l’unica eccezione del suo primo passaggio a Chieti. Da li in avanti è stato un crescendo, nel 2008 a Pesaro con la prestigiosa casacca della Scavolini dove conquista il titolo italiano giovanile e nello stesso anno raggiunge la nazionale under 16 che lo convoca per disputare gli europei disputatisi in Abruzzo. Lo nota la Banca Tercas Teramo che decide di farlo rientrare nella nostra ragione, la fortuna di incontrare sulla sua strada due allenatori bravi nel credere nelle sue potenzialità, il molisano Capobianco il primo a portarlo in pianta stabile in prima squadra, l’altro coach Ramagli bravo nelle ultime due stagioni a dargli il meritato spazio. La prima volta che ha fatto parlare di se in è stato il 21 novembre del 2010 quando nella trasferta di Treviso realizzò il suo primo punto in Serie A1 piazzando un 1/2 dalla lunetta, poi in questa stagione sono aumentati minuti in campo e di conseguenza anche i punti, ne ha totalizzati 27 nelle 21 volte in cui è stato chiamato in causa, la sua miglior prestazione il 10 aprile scorso con i 5 punti di fila rifilati a Caserta, decisivi per la vittoria finale.
Dopo le due salvezze consecutive acciuffate con la compagine teramana è ancora presto per parlare di futuro, nonostante la giovane età è un ragazzo con i piedi per terra, iscritto al primo anno di Scienze Politiche, appena può torna a Vasto per riabbracciare parenti e divertirsi con i suoi amici di sempre.
Antonello Ricci, quest’anno numeri alla mano ha dato un prezioso contributo alla Tercas Teramo, contento per la stagione appena conclusa?
Sono molto felice, superata la prima parte di stagione dove ho faticato nel trovare spazio, dalla sesta giornata in poi sono stato utilizzato con più frequenza, i risultati sono arrivati, in alcune fasi della stagione abbiamo faticato ma tra infortuni importanti e una situazione societaria non semplice raggiungere la salvezza con diverse giornate d’anticipo è stato un gran bel risultato.
Ha toccato il tasto del caos societario in cui versa Teramo, sono giorni decisivi, crede nel salvataggio della società o in città è tutto pronto per il funerale di una gloriosa squadra come le Tercas?
Per quello che mi ha dato la mia speranza è che alla fine si risolva tutto per il meglio, iniziando così a pensare alla prossima stagione ma le voci che si susseguono non sono per nulla positive, la speranza è l’ultima a morire ma se così non fosse sarei costretto, a malincuore, a guardare altrove.
Nonostante i 20 anni, sei in pianta stabile nel giro dalla prima squadra da due stagioni, dovesse finire la storia di Teramo preferirebbe rimanere in A1 o sarebbe disposto a scendere di categoria per trovare la giusta continuità?
Intanto aspettiamo la fine di questa triste vicenda, poi inizierò a pensare al mio futuro, sono giovane, giocare tanto e bene è al primo posto dei miei desideri, scendere di categoria per me non sarebbe un problema anzi potrebbe essere un vantaggio per il mio futuro, A2 o B1 le accetterei volentieri ma solo con la certezza di giocare con continuità.
In queste ultime due stagioni la sua strada ha incrociato quella di due allenatori come Capobianco e Ramagli, cosa le hanno dato?
Ad entrambi devo moltissimo, due figure con metodologie di lavoro diverse ma allo stesso tempo fondamentali per la mia crescita, a Capobianco devo molto, mi ha voluto in prima squadra, peccato che con lui sono stato insieme un solo mese e mezzo, il suo esonero ha portato a Teramo Ramagli, per me un grandissimo, sotto tutti i punti di vista, sia dentro che fuori dal campo, e non lo dico per farmi piacere, è quello che penso davvero, una fortuna aver incrociato una persona come lui nella mia fin qui breve carriera.
A Teramo da come parla ha passato anni bellissimi, c’è un suo compagno a cui deve molto, magari un punto di riferimento per il prosieguo della sua carriera?
Gianluca Lulli, il nostro capitano, da undici anni veste la canotta teramana, da poco ha toccato i 40 anni ma si diverte ancora come un ragazzino, sempre il primo ad arrivare agli allenamenti e l’ultimo a salutare, un elemento fondamentale anche da collante tra noi italiani e gli americani, da lui ho imparato molto, ogni squadra meriterebbe uno come Gianluca.
La vediamo spesso al PalaBcc di Vasto con il suo compagno Polonara(entrambi amici della guardia vastese Silvio Marinaro, ndr), nel basket italiano è il personaggio del momento, tutti lo vogliono, davvero merita alti palcoscenici?
Assolutamente sì, Achi merita il salto di qualità per quello che ha fatto vedere in questi anni, ha contribuito in maniera decisiva alla nostra salvezza, gli auguro ogni bene, viviamo a stretto contatto da tre anni, so quanto vale e cosa può dare e merita tutti questi attestati di stima perché nonostante i riflettori puntati su di lui non si è mai montato la testa.
Dalla A1 alla C Regionale, appena può torna a Vasto, ha seguito diverse partite della Bcc Vasto Basket, che idea si è fatto della categoria e come vede la finalissima contro Campli? E’ un campionato che conosco perché fino alla scorsa stagione mi dividevo tra la prima squadra della Tercas e quella della Fortitudo Teramo impegnata in C, la BCC è una corazzata, con Campli sarà una splendida finale”.
Nell’augurarle una carriera longeva come quella del suo capitano Lulli, tra vent’anni ci si vedrebbe con addosso la canotta biancorossa della Vasto Basket? Magari, se mi trovo su questi palcoscenici, molto lo devo a chi ha dato il la alla mia carriera, tutto è partito da Vasto e dalla Vasto Basket, tornarci non sarebbe un problema, anzi per me sarebbe un onore.