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Nicolangelo Di Fabio: un nome, due grandi storie

Nonno e nipote, uniti dagli stessi ideali e da esperienze di vita solo all'apparenza diverse

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Due anni fa, il 25 gennaio 2020, saliva in cielo Nicolangelo Di Fabio, figura autorevole della comunità di Cupello, in cui ha ricoperto per sette anni il ruolo di sindaco. Oggi, la sua testimonianza viene portata avanti da familiari e amici, tra cui suo nipote, l’omonimo Nicolangelo Di Fabio, conosciuto da tanti per i risultati raggiunti nel mondo del nuoto. 

“Ricordo mio nonno con grande affetto. I valori fondamentali della sua esistenza sono stati il rigore e il rispetto delle regole, che lo hanno contraddistinto nel corso della carriera militare, durante la guerra e la prigionia e quando ha scelto, infine, di mettersi a servizio della nostra comunità.”

Classe 1928, Nicolangelo di Fabio nacque a Cupello da Osiride Di Fabio e Doralice Giosa. Il padre era impiegato al comune di Cupello, mentre la madre era casalinga e si occupava della crescita dei figli. Nel 1943 era a Cupello durante i bombardamenti del 2 e 3 novembre e raccontava che i tedeschi, a seguito del rastrellamento effettuato nell'abitacolo di Cupello, lo deportarono il 15 ottobre con altri 5 concittadini, in Contrada Piano Di Marco. Qui era costretto a lavorare duramente e si occupò della costruzione di opere belliche, tenuto sotto la continua sorveglianza di sentinelle armate, perdendo del tutto la propria libertà personale. Dopo qualche giorno, durante un bombardamento aereo riuscì a fuggire: era il 19 ottobre. In quegli anni, frequentò il liceo scientifico di Vasto e fu dichiarato maturo dalla commissione presieduta dal preside Italo Testa negli esami del 1946/47. Nel 1949 fu chiamato alle armi e frequentò il quinto corso A.U.C. di Lecce e successivamente di Bracciano. Fu nominato sottotenente e assegnato al quinto reggimento a Palmanova. Successivamente, fu promosso al grado di tenente e poi di alfiere del quinto reggimento divisione Mantova dal 1951 al 1954. Poi fu assegnato al diciottesimo reggimento "Granatieri di Sardegna". Infine, venne promosso a capitano con anzianità assoluta il 1 gennaio 1958 e poi a maggiore dal 1969. Dopo la carriera militare divenne impiegato delle poste a Cupello e si avvicinò all'ambiente politico cupellese, nello schieramento della Democrazia Cristiana. Alle elezioni amministrative del 1970 vinse per pochi voti lo schieramento comunista guidato da Antonio Ricciardi, che divenne sindaco, ma, essendoci stata una differenza minima di voti, fu fatta richiesta di riconteggio e il risultato venne ribaltato nel 1973, quando Nicolangelo di Fabio divenne sindaco. Dopo due anni, nel 1975, si ricandidò e stravinse, diventando di nuovo sindaco. Durante il suo mandato ottenne, tra le altre cose, i fondi regionali per la costruzione dell'asilo nido, dove oggi ha sede la banda comunale. Inoltre, l’amministrazione da lui presieduta realizzò il poliambulatorio che divenne sede vaccinale, centro di ostetricia e ginecologia e infine guardia medica. Dagli anni '80 frequentò il circolo culturale in piazza Garibaldi, dove coltivò amicizie molto strette con Antonio Marcovecchio, Filippo Sammartino e Nicola Antenucci. Nel 2018, infine fu invitato a partecipare alle celebrazioni per il centenario della fine della Grande Guerra, dal sindaco in carica Manuele Marcovecchio. Nel tempo libero amava ascoltare l’opera, soprattutto Madama Butterfly di Giacomo Puccini, ed era un grande appassionato di Luciano Pavarotti. Inoltre, conosceva bene il francese e canticchiava continuamente la Marsigliese. 

“Il nostro rapporto si è molto rafforzato negli anni - afferma il nipote Nicolangelo - Quando ero piccolo, a volte non capivo l’importanza della presenza dei nonni. Poi, ascoltando la sua testimonianza, sono stato sempre più orgoglioso di averlo con me. Nonno era molto orgoglioso della sua carriera militare, amava raccontarmi aneddoti sulla guerra che lo coinvolgevano personalmente. Ho imparato tanto da lui.”

Classe 1996, Nicolangelo Di Fabio è nato a Lanciano e ha sempre vissuto a Cupello. Fin dall’infanzia, ha sempre amato ogni tipo di sport, e tra i suoi idoli più grandi c’era Pietro Mennea, campione dello sport italiano e idolo del Sud Italia. La passione per il nuoto è iniziata a cinque anni, quando ha scelto di “tuffarsi per la prima volta in vasca”, iscrivendosi alla Piscina Comunale di Vasto. All’inizio era solo un hobby, ma con il tempo il talento e l’impegno di Nicolangelo lo hanno portato a risultati sempre più grandi. Già dai tempi del liceo, partecipò a diverse gare provinciali e regionali, e in pochi anni entrò nella Nazionale Italiana di Nuoto. Nell’agosto 2014, ha partecipato alle Olimpiadi giovanili di Nanchino, in Cina, e nello stesso anno ha preso parte ai Campionati mondiali di Doha, in Qatar. In questa occasione, ha ottenuto un secondo posto nella staffetta, insieme al campione Filippo Magnini. Inoltre, insieme alla Nazionale di Nuoto, ha viaggiato in tutto il mondo, partecipando a diverse competizioni in Spagna, Portogallo, Francia, Russia, Messico e Stati Uniti. Durante queste esperienze, ha avuto modo di conoscere tanti grandi del mondo del nuoto, come il già citato Magnini, Federica Pellegrini e Gregorio Paltrinieri, con cui negli anni è rimasto in contatto e ha condiviso momenti indimenticabili. Nel 2019, infine, ha partecipato ai Mondiali militari di Wuhan, in Cina, poco prima dell’inizio della pandemia, e ancora oggi continua ad allenarsi e a partecipare a diverse gare. Nel corso degli anni, grazie al supporto e ai consigli della famiglia, non ha mai abbandonato gli studi, e presto conseguirà la Laurea Magistrale in Ingegneria. Nel tempo libero, ama ascoltare la musica degli U2 e dilettarsi nel campo dell’informatica. 

“Il nuoto è stata ed è un’esperienza fondamentale della mia vita. È uno sport sottovalutato, che invece insegna tante cose che possono tornare utili in ogni situazione. Insomma, è una palestra di vita. Mi ha insegnato a organizzare le mie giornate, a gestire la stanchezza e a capire che bisogna accettare, a volte, anche le sconfitte e i fallimenti. Ci tengo molto a ringraziare la mia famiglia, che ha sempre voluto che continuassi a studiare. Infine, credo che il nuoto mi abbia permesso di imparare e interiorizzare quegli ideali che nonno mi voleva trasmettere: l’impegno, il sacrificio e il rigore. Il suo insegnamento è vivo più che mai dentro di me.”

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