Remo Gaspari ex allievo salesiano democristiano, Basso Ritucci Salesiano Cooperatore Democristiano
Uniti nell’amore per i giovani nel nome di Don Bosco.
Nel 1983 - Poesia Salesiani
Intervento dell'On. REMO GASPARI, ex allievo di Don Bosco
In apertura di cerimonia prende la parola l'On. Remo Gaspari, Ministro delle Poste e Telecomunicazioni, che sviluppa il tema: «Don Bosco e i giovani».
La sua non è tanto una commemorazione ufficiale, quanto il devoto omaggio di un ex allievo, fiero di aver conosciuto e amato Don Bosco alla scuola salesiana di Macerata; sempre memore dell'educazione e della formazione ricevuta, rivive con accenti commossi i tempi della giovinezza; presenta in modo efficace e personale l'attualità del messaggio e dell'opera del nostro Santo.
L'On. Ministro, entrando nel vivo dell'argomento, coglie e pone in evidenza nell'azione educativa di Don Bosco tra i giovani il messaggio vivo e palpitante di amore al lavoro. Lavoro inteso come impegno civile e cristiano, attraverso una qualificazione impensabile allora.
«Per infondere nei loro animi l'attaccamento al dovere si fa piccolo con i piccoli, si sottopone a immani sacrifici, persino a umiliazioni e alla derisione dei benpensanti. Diventa abile imprenditore, esperto sindacalista, teso unicamente alla loro elevazione materiale e spirituale e così prepararli a un futuro migliore in mezzo a una società corrotta ed egoista.
Egli con tutte le sue energie mira a una formazione completa, a una educazione profonda, basata unicamente sull'amore e sulla comprensione. “Ama, per farti amare; comprendi, se vuoi che gli altri ti comprendano”: queste le sue convinzioni, per cui vive e opera in mezzo a loro.
La sua è una pedagogia pratica, fatta di scarne parole, basata sull'esempio, che però trasmette dottrina, traccia un cammino di fede e di realizzazione, accende grandi entusiasmi, fondata su poche verità, ma ferme e chiare. Don Bosco, più che Padre, diventa l'amico di ogni giovane, di tutti i suoi giovani; riversa su loro tutto il suo amore, per farsi amare, ma soprattutto perché essi amino il Signore; così li forma veri uomini, autentici cristiani.
Solo per questo Don Bosco ha iniziato la sua opera dal nulla, in mezzo a infinite difficoltà materiali, a diffidenze e ostacoli di ogni genere, riponendo la sua illimitata fiducia unicamente nella Provvidenza. Costruisce con abnegazione e duro lavoro quello che è stato definito il miracolo del secolo moderno: la sua opera, estesa ormai in tutto il mondo.
La inizia in un prato di periferia, e lo chiama subito oratorio; la prosegue sotto una tettoia, poi in poche stanzette disadorne, che ben presto diventano saloni, cappelle, chiese, basiliche, laboratori, aule scolastiche, palestre, teatri, collegi.
È in questa opera che manifesta tutta la sua genialità, calata nella realtà sociale del tempo. Prova e realizza nuove forme di aggregazione per giovani e adulti. Si appropria e gestisce i canali di comunicazione popolare; dal gioco alla musica, dal teatro alla stampa. Mette in discussione il contenuto di canali eterogenei, per inserire i suoi allievi adeguatamente preparati, nella società. Li formerà piccoli missionari laici, fedeli testimoni del suo messaggio.
Il cammino da lui tracciato è ancora valido per la gioventù di oggi. Ai nostri figli, frastornati da un mondo artificioso, alla ricerca di paradisi artificiali, imbevuti di teorie nichiliste e materialistiche, Don Bosco lancia ancora, per opera dei Salesiani, il suo messaggio d'amore, di fiducia negli uomini, di fede in Dio, per costruire un mondo migliore e una società più cristiana».