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Pasqua in cucina, riecco fiadoni, cavalli e pupe

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Se Villa Santa Maria è considerata la patria dei cuochi famosi in tutto il mondo, la gastronomia popolare, quella non meno rinomata di casa nostra, attende sempre d'essere conosciuta e consacrata sulle tavole italiane. 

Anche se molti tentativi sono stati compiuti per codificarla non è stato ancora redatto un ricettario completo di quelle che sono le specialità gastronomiche per cui la terra d'Abruzzo può dirsi giustamente fiera

All'inventiva personale è lasciata la preparazione di talune pietanze, sicché le "varianti" che le contraddistinguono rappresentano altrettanti episodi eccellenti per poter apprezzare e gustare le prelibatezze di taluni piatti tipici locali

D'altronde, la "genialità" gastronomica abruzzese è legata anche al ciclo culturale che si rinnova di zona in zona, con variazioni a seconda della località. 

Prendiamo, ad esempio, il periodo che va dal Carnevale alla Pasqua per scoprire quanta inventiva lega la varia gastronomia abruzzese. Tradizionalmente, il pasto preferito dagli abruzzesi è costituito dai maccheroni conditi dal sugo e imbiancati con il formaggio. Il sugo spesso è ricavato con l'aggiunta di "pallótte" (polpette) confezionate con polpa di carne di maiale. La pasta è quella fatta in casa con la "chitarra", arnese tipico esclusivo, una specie di maccheronaio costituito da un telaio di legno con le corde d'acciaio tese a due estremità su cui si posa la sfoglia. Sulla sfoglia si fa scivolare (in dialetto: "carrare") il mattarello ("lu cannèlle de la sagne" ) ed ecco che le strisce di pasta sono belle e pronte. Spesso, e sono i preferiti, si confezionano maccheroni tutt'uova, cioè fatti con fiore di farina e uova, senza acqua. I buongustai sanno bene quanta delizia provano nel mangiarli abbondantemente conditi con parmigiano. 

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