Una serata frizzante e stimolante, ricca di riflessioni e di un dibattito aperto su una lunga stagione della storia italiana. Può essere questa la sintesi della terza serata di “Scrittori in piazza”, il ciclo di incontri organizzato dalla Nuova Libreria di piazza Barbacani a Vasto. Incontro animato da Paola Martini, autrice del libro “Gli anni forti”, e da Sara Del Vecchio, giornalista e insegnante, che ha dialogato con lei durante la presentazione del libro.
“Gli anni forti” è un’autobiografia di Paola Martini e, allo stesso tempo, il racconto di un lungo arco della storia repubblicana italiana, i decenni dall’immediato dopoguerra al rapimento e all’assassinio di Aldo Moro e della sua scorta. Un evento tragico, criminale, che ha rappresentato una delle svolte drammatiche della storia italiana. Anni passati alle cronache storiche come “anni di piombo”, il decennio segnato dalla violenza politica, dal terrorismo e dall’avanzare dello stragismo mafioso. Ma, ha sottolineato Paola Martini durante la presentazione, il termine “anni di piombo” a lei non piace e non lo condivide. Perché quei decenni sono stati “forti” in quanto segnati da un forte progetto collettivo, dalla volontà della generazione dei nostri padri e delle nostre madri di ricostruire l’Italia. E sono stati anni di grandi ideali, sogni, battaglie, di una coscienza sociale che ha raggiunto importanti risultati e ha condiviso visioni politiche e culturali che ancora oggi rappresentano importanti conquiste. Quella generazione ha saputo interrogarsi su quel che accadeva nel mondo, a non lasciarsi schiacciare dai due blocchi geopolitici dominanti, e a ripudiare anche nella quotidianità, in un ripudio concreto la deriva violenta e criminale che stava insanguinando l’Italia. E sono stati gli anni del cattolicesimo democratico, di don Lorenzo Milani, Giorgio La Pira, Enzo Mazzi, Alexander Langer, della conquista dell’obiezione di coscienza alla leva militare a partire da Pietro Pinna, delle battaglie per il divorzio, l’aborto e la parità tra donna e uomo con preziose battaglie femministe. La riforma della legislazione sulle famiglie ha cancellato il ruolo del “capofamiglia”, del marito unico padrone del destino della famiglia. Lo stupro è stato finalmente considerato un crimine e non solo un reato contro la morale con, addirittura, la possibilità da parte dello stupratore di evitare ogni condanna sposando la donna vittima. Una conquista di civiltà e legalità che dobbiamo al coraggio di Franca Viola.
In quei decenni la sanità divenne diritto per tutti con la nascita del Servizio Sanitario Nazionale, la riforma Basaglia chiuse i manicomi con una visione rivoluzionaria per quegli anni e, in parte, ancora oggi. Gli anni settanta, il culmine degli “anni forti” raccontati da Paola Martini, sono stati gli anni delle radio libere e di Peppino Impastato, di Peppino Valarioti in Calabria. Tutto questo e tanto altro si ritrova raccontato nel libro “Gli anni forti” di Paola Martini. Visto attraverso la sua storia personale, dalla tenera età alla scoperta del mondo circostante, dagli interrogativi sul mondo che la circondava e su piccole e grandi costrizioni. Una storia che ha intrecciato e si è arricchita con tante storie, collettive e personali, che la scrittrice ha raccontato ieri sera durante la serata di “Scrittori in piazza” nel dialogo con Sara Del Vecchio e le sue puntuali, pungenti e stimolanti domande e riflessioni. Un dialogo tra due donne che vivono il mondo della scuola, attive nella cultura e nella società, e anche tra generazioni. Diverse cronologicamente, apparentemente allontanate dal calendario. Ma in realtà molto più vicine di quel che può sembrare, armonicamente intrecciate e arricchite reciprocamente, capaci di un dialogo franco e profondo. Che hanno condiviso con noi in questa breve intervista ad entrambe in cui ci hanno raccontato in sintesi la trama del libro “Gli anni forti” e condivise riflessioni e la visione su quegli anni e gli attuali.