Visto che l'assessore alla "sanità che cambia" si vanta oggi di aver preso, nella giunta di ieri, i primi provvedimenti dall'uscita dal commissariamento, perché non assume una delibera di Giunta Regionale, da portare alla prossima riunione, ridando all'Istituto San Francesco ciò che gli è stato assegnato ad inizio anno con il decreto 49/2016 e tolto, il giorno prima dell'uscita dal commissariamento (non si capisce con quale criterio), il 28 settembre, con il decreto 108/2016, cioè 500 mila euro?
Adottando questa delibera si porrebbe un freno allo smantellamento della rete sanitaria del vastese e al depotenziamento di un centro qualificato di riabilitazione come l''Istituto San Francesco, che dà certezza e continuità ai bisogni del nostro territorio e ai lavoratori, che vivono da anni uno stato di perenne precarietà .
Purtroppo, se ciò non dovesse avvenire, a farne maggiormente le spese saranno i soliti: pazienti e lavoratori.
Provate ad immaginare un cittadino che ha iniziato il suo percorso riabilitativo il primo di ottobre, due giorni dopo la misura draconiana subita dal San Francesco.
Questo paziente non avrà alcuna certezza di portare a termine il percorso, se lo vedrà interrompere perché qualcuno ha deciso di cambiare improvvisamente, il 28 settembre, ciò che è stato programmato all'inizio dell'anno.
Nello stesso tempo, l'operatore sanitario che ha in cura quello stesso paziente rischia la cassa integrazione.
Certo, sappiamo che la coperta è corta e non basta per tutti, ma questa volta, a differenza delle altre, la penalizzazione non è stata fatta sulla logica dei numeri, dei tagli lineari e del risparmio di spesa, ma sulla base di esigenze di altri interessi territoriali.
Perché è ancora il Vastese a pagare?