E' vero, il nostro territorio non fa parte del Parco Nazionale, ma comunque, da fieri abruzzesi quali siamo, facciamo sempre attenzione a ciò che avviene nel più antico parco naturale d'Italia. Con un comunicato stampa il Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM) ha annunciato che, dopo anni di inattività , riprenderà la collaborazione scientifica con il Dipartimento di Biologia Animale e dell'Uomo dell'Università di Roma ''La Sapienza'' (BAU). Il nostro Parco è stato il promotore del progetto pilota per lo studio del lupo, per la ricerca e il monitoraggio di questo grande mammifero e anche l'ideatore delle prime campagne per la conservazione dell'animale simbolo dell'Appennino abruzzese. Con questa nuova collaborazione scientifica si apre una nuova strada, fatta di tecniche scientifiche più sofisticate e rigorose, per lo studio del grande predatore. Il PNALM sembra rappresentare un'oasi ecologica ideale per questo tipo di studi, proprio perché insieme al lupo convivono altre specie animali quali l'orso o i grandi ungulati (cervo, capriolo, camoscio, cinghiale) presenti in numero elevato. Il nuovo progetto di studi sul lupo avrà la durata di un anno, a decorrere dal giugno 2005, e si colloca all'interno di una più ampia collaborazione tra le due strutture finalizzata alla conservazione dei grossi carnivori. L'obiettivo è reperire il maggior numero di informazioni circa la presenza del predatore all'interno del Parco, in merito alla sua consistenza numerica e alla sua localizzazione sul territorio. La prima fase dello studio sarà limitata ad un monitoraggio di base, per identificare il numero di branchi presenti, la loro localizzazione e il potenziale riproduttivo. Particolare attenzione verrà data anche alle specie animali di cui il lupo si nutre, poiché è evidente che la presenza e la consistenza numerica delle prede influisce sulle abitudini del predatore e sul movimento dei branchi. Nei mesi invernali risulterà più semplice rilevare alcune informazioni grazie alla tracciatura sulla neve, mentre nel periodo estivo si punterà sui rilevamenti acustici e su analisi genetiche non-invasive. Queste informazioni permetteranno di avere un monitoraggio reale della presenza del lupo e di pianificare e in seguito rendere operativi programmi di conservazione della specie, cercando di minimizzare la possibile interferenza con le attività dell'uomo. Il progetto si inserisce all'interno dell' ''Improving coexistence of large carnivores and agriculture in S. Europe'' (Coex), coordinato dall'Istituto di Ecologia Applicata (Roma), che può vantare una specializzazione unica in tutta Europa sull'ecologia del lupo. Per tutta la durata del progetto scientifico sono previste attività di workshop, con la distribuzione di materiale didattico e informativo e a chiusura delle operazioni si tireranno le somme per illustrare i risultati conseguiti e testare la validità e l'efficacia dei protocolli applicati. Dunque oltre allo studio sull'orso bruno marsicano, il Parco adesso torna sul campo per rilanciare la ricerca sul lupo, poiché solo attraverso la conoscenza scientifica è possibile ideare piani veramente efficaci di protezione e conservazione di questo splendido ed enigmatico animale, che da millenni produce nell'immaginario dell'uomo sensazioni contrastanti di timore, ammirazione, fascino e mistero.