Ad una settimana dalla immatura morte di Giacinto Scurti, l’assistente tecnico dei laboratori di informatica presso il Liceo Classico “Lucio Valerio Pudente” di Vasto, rimane profonda l’eco della sua testimonianza umana e professionale, in particolare tra il corpo docente e gli studenti sia del Liceo che dell’Istituto d’Arte. Nessuno dei presenti al funerale di Mercoledì 13 maggio presso la nuova Chiesa di S. Marco, potrà dimenticare le sentite parole, pronunciate tra la commozione dal dirigente scolastico, prof. Rocco Di Scipio. “E’ difficile per me - ha sottolineato il preside - parlare di Giacinto. E’ per tutti noi un momento molto triste. Questa mattina in tutto l’Istituto regnava un’aria di mestizia. Un velo di tristezza avvolgeva tutto e tutti. I ragazzi erano increduli. Sapevamo che Giacinto era malato. Una malattia rapida ed implacabile. L’ultima volta che l’abbiamo visto è stato venerdì 17 aprile. Da allora sue notizie le abbiamo avute giornalmente dalla mamma. Per tutti non era solo un collega ma anche l’amico al quale ricorrere in caso di necessità. Per me non era solo un collaboratore ma anche l’amico per le passeggiate e con il quale condividere interessi comuni quali il cinema, l’arte etc...” “Era venuto al Classico – ha continuato Di Scipio - per la nostra amicizia e per la comune passione per l’informatica. Per me non era solo un collaboratore perché era anche propositivo, progettuale, pensava e proponeva. Ci intendevamo con poche parole. Quando muore una persona la si ricorda sempre con belle parole e questo è sempre cosa buona e giusta ma, se possibile, per Giacinto è ancora più giusto e vero. Giacinto era una persona discreta, e vissuto da persona discreta e ci ha lasciato con discrezione ed in punta di piedi. Don Gino ha detto che Giacinto è ora nella casa celeste ma Giacinto era già in vita uno spirito, un angelo, era l’angelo custode di tutti, sempre pronto ad aiutare tutti, ragazzi, colleghi, docenti. Per noi Giacinto è stato questo e molte altre cosa ancora. Aveva un senso profondissimo dell’amicizia, una grande misura, lo spirito di servizio, l’allegria per il dono della vita, la voglia di viverla con pienezza e stile. Non lo dimenticheremo e porteremo sempre con noi il ricordo del suo impegno, della sua dirittura morale, dell’essere l’antitesi del “fannullone”. Ho già detto quanto gli dobbiamo. Ma se le cose, da lui fatte nel pur breve periodo che è stato con noi, hanno contribuito a migliorare la qualità del nostro impegno, come profondamente credo, allora è l’Istituto tutto che ha verso di lui un debito di riconoscenza né piccolo né effimero. Questa convinzione – ha concluso il prof. Di Scipio - consente oggi ai familiari e agli amici di raccogliere il suo esempio e proseguire con la sua stessa diligenza nel lavoro da lui intrapreso”. Molto sentita anche la testimonianza di affetto degli studenti, che à stata letta da una loro rappresentante: “Caro Giacinto, siamo qui riuniti per darti l'ultimo, il più caloroso saluto come compianto amico ed esemplare figura di riferimento. La tua prematura scomparsa lascia in noi studenti un vuoto indicibile, poiché nessuno come te sapeva diffondere tanto entusiasmo per lo studio e per la vita, coinvolgendoci con allegria ed energia. Tu hai sempre riservato a noi studenti la miglior parte della tua genuinità; hai sempre cercato un contatto privilegiato con noi e certamente abbiamo fatto tutti il nostro meglio per ricambiare ogni occasione di attenzione ai nostri problemi, e di partecipazione alle nostre vite, oltre che ai nostri studi. In questo solenne momento, con il cuore gonfio di dolore e gli occhi lucidi per la commozione, ti diamo il nostro ultimo, affettuoso saluto. Ciao Giaccio, non ti dimenticheremo mai...”.