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UN ANNO FA LA SCOMPARSA DI PAPA WOJTYLA

a cura della redazione
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''Il Santo Padre è deceduto questa sera alle 21.37 nel suo appartamento privato. Si sono messe in moto le procedure previste nella costituzione apostolica 'Universi dominici gregis' promulgata da Giovanni Paolo II il 22 febbraio del 1996''. La voce rotta dall'emozione è di Joaquin Navarro Valls, capo della Sala stampa vaticana. Sono attimi terribili come quelli che seguono di lì a poco quando alle 22,10 del 2 aprile 2005 il mondo apprende della morte di Wojtyla. Roma era gia piena di fedeli in preghiera, e altre milioni di persone sarebbero arrivati nella settimana successiva fino ai funerali. E' passato un anno da quella sera, ma l'affetto nei confronti del pontefice considerato il ''maratoneta di Dio'', è rimasto intatto. Il mondo non dimenticherà facilmente Giovanni Paolo II e le immagini dei funerali celebrati quel venerdì 8 aprile in una Roma invasa da quattro milioni di persone e dinanzi a tutti i potenti della terra, o quell'invocazione corale: ''santo subito'' che si levava spontanea dalla folla dei fedeli. Con la scomparsa di Wojtyla è uscita di scena una figura di riferimento che ha esercitato la propria leadership morale in tanti campi dell'esistenza umana, non solo in quelli più strettamente legati alla spiritualità, sui quali pure ha traghettato la Chiesa dal secondo al terzo millennio. E' stato il Papa dei diritti umani e della solidarietà verso i più poveri e indifesi, della dignità del lavoro e dell'attenzione a nuovi equilibri internazionali, dei viaggi in ogni angolo del mondo, del perdono chiesto per le colpe della Chiesa e di quello concesso a colui che attentò alla sua vita in piazza San Pietro, del dialogo con le altre confessioni religiose - con le storiche visite a moschee e sinagoghe - e del continuo, tenace rifiuto della guerra come mezzo per risolvere le crisi tra gli Stati. Resterà nella storia, Giovanni Paolo II, soprattutto per essere stato una delle cause principali della caduta del Muro: ne era consapevole lui stesso, che al compimento dei 75 anni, il 18 maggio del '95, ringraziò Dio per essere vissuto ''in un momento di svolta epocale per l'Europa, per il mondo e per la Chiesa''. Una svolta che, per intero, reca la sua impronta. Un Papa ''contemplativo e missionario'' - lo definì il suo successore Benedetto XVI parlando alla folla nell'anniversario dell'elezione, lo scorso 16 ottobre - che ''fu riconosciuto quale autorità morale anche da tanti non cristiani e non credenti''.
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